Tredici anni. Tredici lunghi anni di voci, speculazioni e congetture. Il nuovo album dei Tool Fear Inoculum, il disco più misterioso di tutti i tempi dopo Chinese Democracy dei Guns N’ Roses, verrà pubblicato il 30 agosto 2019. Esso contiene nove tracce (sei canzoni e tre interludi).
Fear Inoculum: il misterioso nuovo album dei Tool
Se c’è una cosa che i Tool sanno fare bene, è costruire il dramma; ascoltare la chitarra di Adam Jones aprire la prima traccia, Fear Inoculum, trasformandola col morphing in un incredibile crescendo, in cui l’ascoltatore non potrebbe mai aspettarsi l’inizio vero e proprio della canzone. Un lungo capolavoro mozzafiato. Dal lato canoro invece, Maynard James Keenan dà al tutto una massa di oltraggiosa densità, rendendolo ancora più emozionante. “We are all born of one breath“, canta il frontman in Pneuma, ed esiste un senso, in un pezzo dove l’uomo e le macchine combattono per lo spazio.
Probabilmente, in Fear Inoculum, ciò che c’è di più vicino a un singolo è il lamento sismico di Invincible, che condurrà poi a Chocolate Chip Trip, un brano che trasporta chiunque in un mondo mistico e psichedelico. Tornati sulla terra ferma, sarà il turno di 7empest, in cui si possono sentire delle riminiscenze di Cold And Ugly del loro album di debutto Opiate EP. La canzone sarà l’apice di questo nuovo album, il più pesante, ma anche il più affascinante passaggio del nuovo lavoro dei Tool, con un Keenan genuinamente inacidito.
La maestosità di Fear Inoculum poteva essere data solo da dei maestri come i Tool. Ogni membro della band porta in questo disco qualcosa di unico; la camaleontica chitarra di Adam Jones, i ritmi africani e a tratti indiani di Danny Carey e il picchiettare sul basso di Justin Chancellor, che da alla melodia quell’effetto sott’acqua, e che conduce i brani con ogni suo singolo movimento. Nemmeno Keenan è da sottovalutare, sebbene la sua preponderanza non sia così marcata come negli album precedenti, la sua destrezza vocale rimane comunque di un altro mondo.