Nell’industria musicale il produttore discografico è una figura fondamentale, praticamente imprescindibile. Nella maggior parte dei casi, poi, svolge un ruolo così importante da riuscire a cambiare -in positivo- il futuro di un brano o di un determinato album. Prendete ad esempio Brian Eno: il compositore e produttore discografico è considerato ancora oggi come uno dei più importanti musicisti moderni, nonché vero e proprio innovatore del settore. Il produttore discografico, come dicevamo, può cambiare le sorti di un pezzo, di un disco e addirittura di un’intera band: è questo il caso di Phil Thornalley, storico produttore dei Cure.
Pornography, quarto album in studio dei The Cure
In questo articolo vogliamo soffermarci in particolar modo sul quarto album in studio dei Cure, ‘Pornography‘, e sull’incredibile approccio del produttore discografico Phil Thornalley. Prima di fare ciò, però, è necessario fare un passo indietro e partire dall’inizio.
Nel 1982 i Cure, a causa di divergenze artistiche, decisero di liquidare il loro storico produttore: Mike Hedges. Robert Smith all’epoca, nonostante soffrisse di una forte depressione, fu abbastanza lucido da capire che la sua band aveva bisogno di una svolta, di una boccata di aria fresca: insomma, l’unica cosa di cui avevano veramente bisogno era un nuovo produttore, magari giovane, con le idee chiare e mentalmente flessibile.
L’approccio (fondamentale) del produttore discografico Phil Thornalley
Dopo un attenta analisi i Cure decisero di puntare su un giovanissimo (appena 21 anni) aspirante produttore discografico: Phil Thornalley, già ingegnere del suono ai celebri RAK studios di Londra. Robert Smith rimase letteralmente impressionato dalle capacità di Thornalley e dal suo approccio ‘rilassato’, quasi distaccato e lasciò al giovane produttore la libertà di sbizzarrirsi come meglio credeva. Questo avvenne anche e soprattutto perché, tra i disguidi interni e le dipendenze dei vari membri del gruppo, Phil era l’unico sobrio della compagnia.
Quando poi Simon Gallup decise di abbandonare il gruppo e dedicarsi ad altro, Robert Smith ricucì su Phil Thornalley il ruolo di bassista della band. Il giovane produttore discografico divenne quindi, in brevissimo tempo, un elemento fondamentale per i Cure e, non a caso, accompagnò anche la band durante il relativo tour in America, fino al novembre del 1984. Poco tempo dopo Thornalley fu liquidato e nella band ritornò Gallup.
E, alla fine, tra un nichilismo assoluto e una martellante malinconia, Pornography si identifica come l’album più dark dell’intera discografia dei Cure, nonché vera e propria pietra miliare del genere dark-gothic stesso.