Al giorno d’oggi, quando parliamo di chitarre, non ci riferiamo più solo ad uno strumento musicale. La storia della sei corde risale a oltre 3000 anni fa. Parliamo di uno strumento i cui campioni, solo negli Stati Uniti contano più di 2,5 milioni di esemplari venduti all’anno. Risulta innegabile, il fatto che ci troviamo davanti a un vero e proprio fenomeno di costume. In ogni caso, come sappiamo, esistono diversi tipi di chitarre e queste, non differiscono solo per appeal estetico e sonorità particolari.
Impugnando una chitarra, infatti, ci troviamo davanti aspetti funzionali ed ergonomici differenti a seconda dei modelli, delle fasce di prezzo e delle fattezze delle forme. In un universo così vasto, è semplicemente difficile scegliere quali siano le chitarre che più hanno influenzato la storia della musica. Ovviamente abbiamo provato a raccoglierne alcune, oggettivizzando il contributo storico degli artisti che le hanno utilizzate e riservandoci dal fatto che esistano strumenti altrettanto iconici ed importanti sui quali poter ipoteticamente allargare il discorso.
5) Angus Young – Gibson SG “Jaydee”
Il chitarrista degli AC/DC ha collezionato diverse chitarre nel corso della sua longeva carriera. Il numero di SG nella sua collezione sembrerebbe, a detta sua, inimmaginabile. Questo ha, indubbiamente contribuito ad accrescere la popolarità della famigerata “Diavoletto” e, in generale dello storico marchio Gibson. Nonostante l’esemplare signature dedicatogli dal brand, con gli inconfondibili fulmini usati come segnatasti lungo tutto il manico, Angus Young preferisce ancora suonare la prima chitarra che abbia mai comprato, la sua prima SG di nome Jaydee.
4) Keith Richards – Fender Telecaster Micawber
Quella della Fender Telecaster è un’immagine fortemente associata al Rock n’roll. La storia di questo modello è costellata di menzioni onorevoli. I Rolling Stones, in particolare, sono spesso associati a questa chitarra in particolare. La Micawber di Keith Richards prende il nome dal signor Micawber, un personaggio del David Copperfield di Charles Dickens. La chitarra, nella fattispecie, è una Telecaster Butterscotch Blonde, con un pickup humbucker al manico, settata con un’accordatura aperta in Sol, alla quale non viene mai montata la sesta corda. La potenza sonora di questo strumento è particolarmente spiccata nel brano “Brown Sugar” del 1971.
3) Jimmy Page – Gibson Les Paul Standard
Membro fondatore dei Led Zeppelin, nel corso degli anni Jimmy Page ha collezionato più di 1500 chitarre. La sua figura viene, però, più volte ricondotta alla sua Gibson Les Paul degli anni ’50, da lui chiamata Numero Uno e, ad una più recente detta Numero Due. Le chitarre Gibson degli anni ’50 sono il Santo Graal dei collezionisti di tutto il mondo. Sembrerebbero rimasti poco meno di 1000 esemplari nel mondo, trattasi di modelli rinomati per una qualità nei dettagli eccelsa e mai ripetuta dal marchio. Parliamo di strumenti prestigiosi, costruiti artigianalmente ed altamente costosi.
2) Eric Clapton – Fender Stratocaster “Blackie”
È il 1970 quando Eric Clapton acquista 6 chitarre Fender Stratocaster dagli anni ’50. Successivamente, Slowhand smonta gli strumenti, ne raccoglie quelle che secondo lui sono le parti migliori, assemblando una chitarra che sarebbe poi diventata una pietra miliare assoluta del blues. Parliamo, ovviamente di Blackie. Il nome della chitarra deriva da quello di Brownie, una Stratocaster altrettanto famosa posseduta da Clapton, il cui body è verniciato in Sunburst. Il nome di Blackie, quindi, deriva dalla tinta nera del corpo della chitarra.
Slowhand utilizzerà lo strumento per 15 anni, prima di abbandonarlo per problemi al manico. Blackie verrà venduta nel 2004 ad un’asta di beneficenza il cui ricavato è stato devoluto all’associazione dello stesso Clapton che combatte contro l’abuso di alcool e droghe. Ricordiamo, inoltre, che Blackie è stata la prima replica del custom shop di Fender per un artista.
Jimi Hendrix – Fender Stratocaster “Monterey”
Il Flower Power Design con cui la chitarra venne decorata rimane, tutt’oggi, uno dei più replicati; non solo per le tinte meravigliose di cui è composto ma, soprattutto, per l’importanza del momento a cui lo strumento è attribuito. Conosciamo benissimo il modo con cui Jimi Hendrix abusasse delle sue chitarre. Rimangono iconici i momenti in cui il leggendario chitarrista ha suonato coi denti o ha distrutto i suoi strumenti.
Quella sera, però, il grande Jimi decise di superarsi; aleggiano diverse leggende dietro il motivo per cui Hendrix diede fuoco alla chitarra. Alcuni credono si trattasse di un sacrificio catartico ai “demoni del rock”, altri testimonierebbero che facesse tutto parte di una sfida con Pete Townshend degli Who che, quella sera, distrusse la sua chitarra nel bel mezzo del concerto come, del resto, anch’egli era solere fare. Ad ogni modo, siamo certi, che quello rimase uno dei gesti più significativi impressi nella storia dell’ intera umanità.