Gli Slipknot sono clamorosamente tornati, irruendo sulla scena dopo un lungo raccoglimento catartico. Sin dall’uscita di “We Are Not Your Kind”, la band di Des Moines è stata accolta da una critica favorevolissima e da milioni di fan trepidanti all’idea di un glorioso ritorno del gruppo sui palchi di tutto il mondo.
Le tematiche di “We are not your kind” nella vita della band
L’implosione sfiorata, l’alterazione dei rapporti umani e professionali all’interno del gruppo e una rete tagliente di inganni e maldicenze. Reduci da un clima non poco ostico alla creatività, gli Slipknot hanno saputo dimostrare, ancora una volta, unità e compattezza nonostante l’asprissima dipartita di Chris Fehn e le perdite umane cui la band è stata soggetta negli anni.
L’ introspezione nei testi di Corey Taylor è, come mai prima, il punto d’imprinting e coesione in cui immedesimarsi alla perfezione. Complessi empatici alla base di ogni singola fase compositiva del disco, la disfatta sfiorata e la tribulazione imperversante all’interno di ogni nota rendono, di fatto, “We are not your kind”, il disco di svolta, il taglio netto di cui gli Slipknot avevano necessariamente bisogno.
La vicendevolezza degli eventi, mista all’alternarsi di questi nel corso di questi anni di assordante silenzio hanno coadiuvato l’impeccabilità del disco che, in quanto a scelte stilistiche risulta, ancora una volta, l’opzione più trasparente e sincera da parte di una band che, negli anni, non si è mai posta remore nel mostrare la crudezza delle emozioni umane dietro ai processi che portano alla creazione di un capolavoro.
Gli effetti della critica su We are not your kind
Il responso della critica non ha tardato ad arrivare, dimostrandosi ben disposta nei confronti di una band che sarebbe, sicuramente, mancata sulla non poco fervente scena metal mondiale. Dato il clima di forte approvazione generale, la band non si è riservata le notizie più interessanti; tra cui spiccherebbe, quella secondo la quale, sarebbero pronte ben 15 canzoni da inserire in progetti futuri su cui sarebbero state già incise le tracce vocali.
Shawn “Clown” Crahan afferma che, suddette tracce, sarebbero state scartate solo perché, a detta sua, avrebbero snaturato i concetti di base dietro “We are not your kind”, asserendo che si tratti, comunque, di produzioni valide e che vedranno presto la luce come progetti ben definiti. Possiamo sentirci ampiamente rassicurati dalla lungimiranza dell’intera band, restando decisamente ammirati dall’ intraprendenza con cui gli Slipknot vengono ormai identificati, oggi più di ieri.
We Are Not Your Kind live: una possibilità considerata
Durante una recente intervista per l’emittente “93.3 WMMR Rocks!”, Jim Root si è riservato di esternare il suo auspicio di proporre una versione live di “WANYK” in occasione del 25° anniversario della band. Il chitarrista prosegue la sua intervista sostenendo che questa possibilità sia stata vagliata dal gruppo e che sia stata accolta positivamente.
Root, afferma, che l’intera band stia proponendo idee per arrangiare e portare in live il disco, data la peculiare difficoltà che si riscontrerebbe eseguendo dal vivo alcuni dei brani. Le dichiarazioni del Giullare non sarebbero finite qui, pare,infatti, che, tra i piani del gruppo, ci sarebbe di proporre i pezzi in chiave più heavy, abbassandoli di tonalità e velocizzando alcuni passaggi; sembrerebbe anche che, rispetto ai live video commemorativi in occasione dell’anniversario di “Iowa” ripresi durante il Knotfest 2014, gli eventi celebrativi sopracitati, potrebbero tenersi in un’atmosfera da club più tipica dei primi anni della band, proprio per onorare la memoria dei vecchi tempi.