Il 3 Luglio 1969 il co-fondatore dei Rolling Stones, Brian Jones, venne trovato cadavere nella propria piscina. Il referto ufficiale del coroner, confermato dalle indagini della polizia, diffuse la notizia di annegamento dovuto all’assunzione di alcol e droghe. Molti sono i punti oscuri e i dubbi su una delle morti più misteriose del mondo della musica. Emblematico il fatto che, poche settimane prima della tragica scomparsa, Jones fosse stato licenziato dai Rolling Stones e sostituito immediatamente da Mick Jagger. Il debutto del nuovo chitarrista durante il concerto gratuito del 5 Luglio 1969, ad Hyde Park, si risolse in un tributo a Brian Jones. Ma dati i sospetti e le teorie investigative a sostegno dell’ipotesi di una morte per omicidio, la domanda sorge spontanea: chi ha ucciso Brian Jones?
Ipotesi sull’omicidio del co-fondatore dei Rolling Stones
Dal 2002 una donna, Barbara Marion, porta avanti una tenace battaglia per far riaprire il caso sulla morte di Brian Jones. Per la Marion il co-fondatore dei Rolling Stones non è morto accidentalmente ma è stato piuttosto ucciso e il tutto è stato nascosto da indagini poco scrupolose. Barbara dal 2002 ha infatti scoperto di essere la figlia di Brian Jones e, parallelamente alle ricerche sulla scomparsa del padre, persegue l’obiettivo di rivalutare la sua figura, sottovalutata e non degnamente celebrata nel panorama musicale. Ma non è l’unica a credere che quel 3 Luglio 1969 sia successo qualcosa di strano.
Nel 1994 Terry Rawlings pubblicò un libro dal titolo, Brian Jones: chi ha ucciso Christopher Robin?. Nel volume lo scrittore accusa formalmente Frank Thorogood, un costruttore che si trovava a casa di Jones la notte della sua morte. Secondo Rawlings le tensioni crescenti tra il musicista e l’uomo degenerarono in un litigio violento, durante una nuotata in piscina. Tale teoria sarebbe confermata anche dal romanzo di Geoffrey Guiliano, Paint it Black: The Murder of Brian Jones. In questo secondo volume sarebbe contenuta una dichiarazione di Thorogood al primo manager dei Rolling Stones, Tom Keylock. “Sono stato io a fare quello a Brian. Ho perso il controllo”.
Ma facciamo un passo indietro. Chi c’era quella sera a casa di Brian Jones?
Il party a casa di Brian Jones
Secondo le teorie di Rawlings, il 3 Luglio 1969 Brian Jones aveva organizzato un party nella propria casa. Tra gli invitati ovviamente Thorogood, accusato dell’omicidio del co-fondatore dei Rolling Stones. Oltre a lui, Janet Lawson – fidanzata del manager, Tom Keylock – che testimoniò di aver visto Jones e Thorogood in piscina. Qualche attimo dopo, il secondo era rientrato in casa tremando incredibilmente. “Quando ho visto Brian sul fondo della piscina e ho iniziato a chiamare aiuto […] inizialmente Frank non ha fatto nulla” dirà poi la donna. Atteggiamento piuttosto sospetto, su cui ebbe delle riserve l’allora fidanzata di Brian Jones, Anna Wohlin. “Se Frank avesse intenzione di uccidere Brian? […] Forse è stato solo un brutto scherzo andato a finire male. Ma so che [Brian] non è morto in modo naturale. Di questo sono sicura”.
All’epoca, durante le indagini della polizia, Thorogood, Lawson e Wohlin riferirono agli agenti di essersi allontanati dalla piscina e recati in parti diverse della casa, prima che Brian Jones affogasse. “Frank non stava facendo i lavoro bene – aveva dichiarato però la Lawson – […] C’era qualcosa nell’aria. Frank si comportava in modo strano“. Secondo lo scrittore di Brian Jones: Who Killed Christopher Robin? dietro l’omicidio di Brian Jones ci sarebbe una vera e propria cospirazione. Degli aggiornamenti risalenti al 2014, aggiungono infatti al quadretto di quella sera anche Keylock, che aveva sempre sostenuto di essere altrove a fare delle commissioni per Keith Richards.
“Jones è stato sicuramente ucciso e c’è stato un insabbiamento – ha sempre sostenuto Rawlings – non è una teoria. E’ ciò che è successo”. A differenza dello scrittore, che accusa formalmente Thorogood, Guiliano punta il dito su Keylock, apparentemente sulla scena del crimine quella sera. La stessa teoria è supportata da un’indagine privata, approvata a quanto pare dal manager dei Rolling Stones, Allen Klein.