Quando si dice che la forza di certe bellezze sta nella semplicità, si afferma qualcosa di profondamente vero. Ciò è valido anche per le opere artistiche. Un romanzo con mille fronzoli non regge il conforto con la semplicità di un veritieri racconto sentito. Visto che noi però qui parliamo di musica, è bene sapere che anche per la musica vale la stessa regola. Per quanto complesso un testo musicale possa essere, la semplicità di un’idea apparentemente minimal, ma efficace, ci stupisce sempre. Rino Gaetano ha fondato il suo successo di cantautore su tutto questo. Dei testi apparentemente semplici, un parlare quotidiano che ha fatto spesso pensare che la sua musica fosse disimpegnata. Ancora oggi dilaga il fraintendimento su Ma il cielo è sempre più blu, da parte di coloro che rimangono convinti sia un inno alla vita, quando è un’amara constatazione sulla disuguaglianza. Se esiste un testo semplice, ma fortissimo nella sua intensità, quello è Supponiamo un amore. Vediamo la sua storia.
Supponiamo un amore e l’esordio di Rino Gaetano
Il brano fa parte dell’album d’esordio di Rino Gaetano, pubblicato nel 1974 e dal titolo Ingresso Libero. Già da questo album si comprendeva l’originalità del suo compositore. Rino Gaetano scrive ad esempio un testo nonsense, A.D. 4000 d.C., ma anche un meraviglioso brano sull’amicizia Tu, forse non essenzialmente tu, che spesso viene accostato a Supponiamo un amore. Si pensa, erroneamente, che vada a descrivere infatti un amore non corrisposto, quando in realtà si ispira alla grande amicizia tra Rino Gaetano e Bruno Franceschelli, con la solita tagliente ironia.
Un amore che è soltanto un’ipotesi
È invece sicuramente l’amore il tema centrale del pezzo più famoso di questo primo album del cantautore. L’idea di supporre un amore è straordinariamente quotidiana, se ci pensiamo. Quante volte ci siamo ritrovati ad immaginare un amore con qualcuno, magari che consociamo anche bene? Si disgrega una fantasia in questo testo.
Supponiamo noi due
Un amore nulla più
Supponiamo un amore
Che non voglio, che vuoi tu?
Solo davanti a un bicchiere
Mi aspetteresti la sera
Supponendo un amore
Che non voglio, che vuoi tu?
Supponiamo un mattino
Tu ti alzi e ami me
E che il tempo non passi
Che non vivi senza me.
Così, il protagonista che si ritrova inevitabilmente da solo, può solamente supporre di vivere ciò che si vive quando si è innamorati. Molti hanno visto questo come l’espressione di un amore a senso unico, non corrisposto e sofferto, un amore desiderato solo da una parte. In realtà questo supporre semplicemente potrebbe anche solamente indicare il desiderio generico d’amare, di essere di qualcuno, di vivere quella meravigliosa esperienza. Nella sua candida amarezza, la canzone rimane una delle più dolci ed anche una delle più tristi di Rino Gaetano.