A partire dal 1992, i Rage Against The Machine hanno saputo imprimere una notevole svolta al panorama del rap metal e del rock in generale. Il mix di questa band americana ha colpito buona parte del pubblico, anche grazie a titoli molto carichi come Bullet in the Head o Killing in the Name. Abbiamo scelto di concentrarci proprio su quest’ultimo brano, ispirato ad un gruppo iconico della storia dell’hard rock come i Led Zeppelin.
Killing in the Name, energia allo stato puro
Alle origini, i Rage Against The Machine sono nati per mescolare al meglio rap e hard rock. Il chitarrista della band Tom Morello rilasciò un’intervista alla rivista Triple J, nella quale raccontò le prerogative principali di un successo come Killing in the Name. Era l’autentico simbolo di un’arrabbiatura all’ennesima potenza, da lui contrassegnata con il termine apesh*t.
“Quando suoniamo quel brano dal vivo, vedo cosa che non vedo in nessun’altra occasione”, così esordì il musicista, riferendosi soprattutto all’energico ritornello conclusivo nel quale il gruppo manda tutti a quel paese. A Rolling Stone, Morello ha sottolineato tutto il suo orgoglio per una canzone che ha alimentato le proteste dei manifestanti di Portland contro le forze dell’ordine locali. Al contempo, ha descritto il suo intento di omaggiare, in qualche modo, i Led Zeppelin.
Come è nato il riff principale di Killing in the Name
Il riff caratteristico di Killing in the Name è nato in maniera molto particolare. Tom Morello ha riferito di aver scritto una simile traccia prima di un concerto, evidenziando la sua eccitazione per un riff così potente. Tutto era iniziato in una lezione di chitarra che stava tenendo in qualità di insegnante e dalla dimostrazione su “come eseguire un’accordatura in RE”.
Nell’occasione, Tom stava descrivendo i movimenti delle dita da attuare per riprodurre tale accordatura. “Il primo pattern che ho suonato era proprio il riff di Killing in the Name”. Si era reso subito conto di aver dato vita ad un suono di successo. Interruppe subito il corso e registrò il riff per poi riascoltarlo. In seguito, elaborò l’arrangiamento, lo condivise con gli altri membri dei RATM e aggiunse la ripetizione finale And now you do what they told ya (e ora fa’ ciò che ti ho detto).
Rage Against The Machine e il riferimento ai Led Zeppelin
Morello sottolineò il profondo legame del brano dei Rage Against The Machine con l’era del classic rock. Il chitarrista scelse così di aggiungere un po’ di spavalderia tipica di Jimmy Page, il suo collega nei Led Zeppelin. Ad ogni modo, più che un semplice riferimento, si poteva parlare di una vera e propria ripetizione. “La parte ritmata ripetuta è stata una sorta di rifacimento di Good Times Bad Times degli Zeppelin”, come confermato proprio da Tom a Rolling Stone.
L’etichetta chiese alla band di togliere la sezione incriminata dalla canzone, ma il complesso decise di tenerlo. D’altronde, anche un riff come questo ha contribuito al successo planetario di un brano che ha condotto i Rage Against The Machine sulla cresta dell’onda. “Penso che la storia abbia confermato la bontà della nostra scelta”, ha concluso Tom Morello.