“L’omaggio” ai Queen al festival di Sanremo 2019
La prima serata di Sanremo 2019 è stata caratterizzata da varie gag, più o meno divertenti. Tra queste c’è stata anche quella che ha visto come protagonisti Pierfrancesco Favino e Virginia Raffaele. I due, calandosi nei panni di Freddie Mercury e Mary Poppins, si sono esibiti sulle note delle loro canzoni più famose.
Nell’anno di “Bohemian Rhapsody”, il biopic dedicato ai Queen, il festival di Sanremo non poteva non celebrare e ricordare il frontman della band britannica, venuto a mancare agli inizi degli anni novanta.
Dopo la gigantesca interpretazione di Rami Malek, già valsa un Golden Globe, ecco quella di Pierfrancesco Favino: ancora nessun riconoscimento da parte del cinema però, strano.
La finta esibizione dei Queen all’Ariston nel 1984
Il rapporto dei Queen con Sanremo, però, non è fatto solo di omaggi, parodie e citazioni. L’interpretazione di Favino ha infatti riportato in auge un episodio che non tutti forse ricordano: i Queen sono stati ospiti del Festival di Sanremo nel 1984.
Ebbene si, la band inglese quell’anno fu invitata all’Ariston e avrebbe dovuto cantare una delle loro hit più celebri: Radio Gaga. “Avrebbe dovuto”, appunto.. ma così non fu. Gli organizzatori della kermesse, infatti, imposero a Freddie Mercury e a tutti i componenti del gruppo l’utilizzo del playback. La cosa chiaramente non andò giù al leader dei Queen.
Freddie Mercury mostrò tutto il suo disappunto boicottando l’esibizione, anche se solo in alcuni spezzoni. L’icona del rock canta in playback si, ma lo fa a modo suo. Allontana volutamente il microfono dalla bocca, più e più volte. E’ vero che la sua voce è molto potente, ma senza microfono è chiaro che non potrebbe mai essere così udibile. Freddie Mercury, presentato quella sera da Pippo Baudo e Beppe Grillo, dimostrò così a tutto il pubblico che l’esibizione era in playback.
Ma a cosa è dovuta la scelta del playback?
La scelta del playback è sicuramente dettata dalla facilità e dalla velocitá con cui una band si può inserire durante lo spettacolo senza dover per forza perder tempo nel regolare i volumi degli strumenti. Inoltre così facendo si risparmia sui vari fonici che di volta in volta accompagnano le band, ed anche sui microfoni necessari a regolare il suono dei vari strumenti. Soprattutto si evitano eventuali stonature o brutte figure. Negli anni novanta, non a caso, la tecnica del playback prese il sopravvento nei vari festival televisivi.