Come sappiamo, la storia dei Queen è ricca di capolavori e di canzoni che hanno ottenuto un grandissimo successo, e che hanno fatto la storia della musica non soltanto grazie al incredibile talento della formazione britannica, ma anche grazie e soprattutto ad un meccanismo comunicativo essenziale, che ha portato la band britannica a rapportarsi nel modo ideale e maggiormente apprezzato nei confronti del proprio pubblico. I Queen hanno realizzato una serie di pubblicazioni specifiche e ben mirate fin dall’inizio della propria carriera discografica, sapendo sempre quali singoli pubblicare e, allo stesso tempo e, anche quali fossero le canzoni che avrebbero ottenuto maggiormente successo. Non stupisce, quindi, che il primo singolo pubblicato dai Queen nell’ambito della loro storia sia una canzone che li ha portati direttamente al successo. Parliamo di Keep Yourself Alive, il singolo di debutto dei Queen scritto da Brian May e prima traccia dell’album di debutto dei Queen, l’omonimo album in studio pubblicato il 13 luglio del 1973. Vogliamo parlarvi della storia del primo singolo di sempre dei Queen, che ha portato la formazione britannica al successo e a diventare ciò che oggi conosciamo.
La storia di Keep Yourself Alive
Nel prendere in considerazione la storia di Keep Yourself Alive, vale la pena considerare la genesi del singolo e il momento in cui questo stesso venne realizzato da Brian May, che scrisse il brano dopo che i Queen si erano già formati e che avevano già ricevuto diversi apprezzamenti e conoscenze nel mondo del rock e della musica in generale. Si tratta di un momento storico molto importante, perché precede l’ingresso nella band di John Deacon e che segue quella fase iniziale di transizione da Smile a Queen, che può caratterizzarsi come fase di assestamento da parte della band britannica.
Secondo le dichiarazioni di Brian May, che sono state rilasciate all’interno di un intervista realizzata per la pubblicazione di News of the World, il testo della canzone era stato scritto inizialmente in modo ironico, per quanto assunse un significato completamente differente grazie alla voce di Freddie Mercury, che l’ha reso uno degli emblemi del glam rock, stravolgendone completamente il senso e la carica culturale e artistica. Secondo alcuni addetti ai lavori, infatti, la struttura ritmica e musicale del brano non era inizialmente come quella che oggi possiamo ascoltare, dal momento che lo stesso Freddie Mercury avrebbe aiutato Brian May nella scrittura delle musiche, basandosi anche sul suo impatto vocale in sede di registrazione. Ovviamente, anche in questo caso, Freddie Mercury andrebbe considerato come coarrangiatore più che coautore, al momento che il brano è stato interamente scritto da Brian May e non modificato al fine di adattarsi maggiormente alle corde di Freddie Mercury.
Il successo di Keep Yourself Alive dal vivo
I Queen compresero particolarmente la portata di un singolo di questo tipo, che non a caso è stato estratto come primo di sempre all’interno della discografia della band britannica, dal vivo, in occasione delle diverse esecuzioni che la band intraprese in una prima fase della propria carriera. Keep Yourself Alive era il vero e proprio baluardo presente all’interno delle scalette dei concerti dei Queen, come sottolineò lo stesso Freddie Mercury, che spiegò come Keep Yourself Alive fosse il metodo migliore per far comprendere agli spettatori di un concerto quale fosse l’attitudine dei Queen e, soprattutto, quale dovesse essere l’atteggiamento della formazione britannica in un periodo storico così tanto particolare è innovativo per la storia della musica.
Le prime versioni dal vivo comprendevano anche un verso cantato da Roger Taylor e un assolo di batteria, mentre Freddie Mercury ripeteva ossessivamente più versi dal vivo, stravolgendo anche leggermente la struttura del brano presente all’interno del disco. La canzone, che ha traghettato i Queen al successo in un primo momento della loro storia, è stata protagonista fino ai tour dei primi anni ottanta, quando il brano era frutto di una jam session improvvisata che si chiudeva con un assolo di batteria e uno di chitarra di Brian May, e che poi preannunciava l’esibizione di nuove canzoni, che comprendevano generalmente un medley di Flash Gordon. Tuttavia, a partire dal 1982, il brano è stato escluso dalla scaletta dell’Hot Space tour, per poi essere riproposto a partire dal 1985, nell’ambito del The Works Tour, in compagnia di brani piuttosto datati ma, allo stesso tempo, spettacolari e celebri, come Somebody to love, Killer Queen e Liar.