Voi lo sapevate che Lucio Dalla incontrò la band di Roger Waters, ovvero gli incredibili Pink Floyd? E grazie al pero, potreste dire voi. Effettivamente potrebbe non sembrare qualcosa di così incredibile. Magari ipotizziamo un incontro avvenuto negli anni Ottanta, almeno nei primi anni, quando i Pink Floyd erano già ampiamente conosciuti in Italia, così come Lucio Dalla. Pensate e immaginate due mondi così diversi incontrarsi insieme e, chissà, pensare anche a una possibile collaborazione. La collaborazione, per quanto ne sappiamo, non avvenne mai, ma i Pink Floyd e Lucio Dalla si incontrarono per davvero. E non negli anni Ottanta.
Quando Lucio Dalla incontrò i Pink Floyd
Molto probabilmente non ci state capendo davvero nulla. Quando è stata quella volta fatidica in cui il cantautore bolognese Lucio Dalla incontrò la band di Roger Waters. Fu il 1971, i Pink Floyd erano conosciuti ma non erano ancora così tanto famosi, come lo sarebbero state appena qualche anno dopo. Nell’ottobre 1971 la band aveva deciso di suonare in un luogo storico e pazzesco, ovvero nell’Anfiteatro di Pompei. Non si era mai visto prima un concerto di quel genere tenuto in un posto così incredibile e l’unione tra mondo classico romano e il genere progressive dei Pink Floyd era incredibile.
Un giovane ragazzo dietro le quinte…
Ma lo sapete chi c’era dietro le quinte di questo straordinario concerto? Era un ragazzo molto giovane, nativo di Bologna, che voleva assolutamente assistere al concerto dei suoi idoli. Quel ragazzo era proprio Lucio Dalla che grazie al suo amico storico e fidato Franco Jannuzzi era riuscito a coronare il suo sogno. Il suo amico riuscì, grazie a una raccomandazione, di mettere dentro al circuito dei tecnici di controllo dell’energia elettrica proprio il futuro autore di Disperato Erotico Stomp. Ovviamente non fu semplice, per nulla, organizzare quel concerto data la struttura molto particolare del luogo stesso.
Le difficoltà del concerto e le prove
Superate, in poco tempo, delle grosse difficoltà burocratiche e tecniche che comportarono, a causa dell’eccezionalità dell’evento, anche la chiusura al pubblico degli scavi per un’intera settimana, iniziarono le riprese. La famosa band eseguì dal vivo tre brani, registrati in modo separato, per consentire dopo ogni esecuzione ai musicisti il controllo della registrazione. In sostanza, la band voleva verificare la fedeltà dei suoni rispetto a quelli del disco in modo che non fossero completamente diversi dalle canzoni in studio.
I pezzi registrati e l’amore per i Pink Floyd di Lucio
La band scelse i pezzi seguenti: “Echoes”, “One of These Days” e “A Saucerful of Secrets”, tratti propri dai primissimi dischi del gruppo. Niente “Wish You Were Here”, “Another Brick in The Wall” o altri, dovevano ancora scriverli. Pensate alla faccia stupefatta di Lucio Dalla nel sentire con le sue orecchie, a pochissimi metri di distanza, una delle sue canzoni preferite della band, ovvero “Echoes”. Dalla era veramente folle per quella canzone che li aveva percepito di sentire anche nel film di Stanley Kubrick “2001: Odissea nello spazio”. Fece di tutto per intrufolarsi nel teatro, grazie al suo amico Franco Jannuzzi, tanto da autodefinirsi un vero voyeur della musica dal vivo.