Syd Barrett ha caratterizzato, senza alcun dubbio, una delle entità artistiche di maggior rilievo nella storia dei Pink Floyd e della musica in generale. La band britannica è nata nel segno del suo primo e grande leader, e dallo stesso è stata guidata fino a quell’abbandono che ha generato la lineup dei grandi successi. Eppure, negli anni si è tanto discusso del trattamento che i Pink Floyd hanno destinato al britannico, certamente poco consono agli equilibri o agli ordini di una formazione che si è privata del suo fondatore e leader, quasi fosse zavorra.
Nick Mason ha sempre cercato di sottolineare questa realtà nel corso degli anni, e non ha mai nascosto il suo grande amore per il primo leader dei Pink Floyd, fondando anche una cover band in suo onore. Nel corso di una sua ultima intervista, però, il batterista ha detto addirittura di più.
Le dichiarazioni di Nick Mason su Syd Barrett
Nell’ambito della sua intervista, Nick Mason non si è nascosto dietro a un dito, e ha riconosciuto le colpe dei Pink Floyd, che non hanno saputo gestire al meglio la figura di Syd Barrett e tutte le problematiche correlate al primo grande leader della band britannica. Non a caso, negli anni, il batterista dei Pink Floyd non ha mai negato che la formazione britannica abbia commesso degli errori nella gestione del suo diamante grezzo.
Eppure, nell’ultima intervista rilasciata, il tono di Nick Mason sembra essere addirittura peggiore sotto un certo punto di vista. Le sue parole sono le seguenti: “Penso che ci siano molte emozioni contrastanti con l’intera storia di Syd. Perché in un certo senso, era così intelligente in così tanti modi. Penso che ci sia un po’ di tristezza ora, ripensandoci – e un po’ di colpa. Non proprio senso di colpa, ma abbiamo gestito Syd molto male. Non avevamo idea – e ancora non sappiamo davvero – quale fosse il vero problema, se fosse LSD o se fosse comunque qualcosa nel suo personaggio.”
E ancora: “O se, in effetti, era probabilmente più chiaro di quanto avessimo mai percepito e semplicemente non voleva davvero essere in una band, necessariamente. Anche se pensavamo che se non volesse essere in una band, era un segno di follia – perché a quel punto eravamo tutti, assolutamente, impegnati a farlo. Ma penso che forse ha solo pensato, ‘Beh, [ciò che dovevo fare] l’ho fatto. Non voglio davvero farlo più.’ Ma invece di andare … probabilmente avremmo dovuto lasciarlo andare molto prima o separarci da lui prima. Ma come ho detto, all’epoca non ne avevamo idea.”