Uno dei personaggi più geniali, inquietanti e strani che la musica abbia mai conosciuto è sicuramente Syd Barrett. Leader dei Pink Floyd dal 1965 al 1968, Barrett ha lasciato -in un modo o in un altro- un segno indelebile nella storia della musica. Un raro disturbo mentale, unito a massicce assunzioni di LSD, hanno segnato inevitabilmente il suo percorso con i Floyd e, naturalmente, la sua intera esistenza fino al giorno della sua morte, avvenuta il 7 luglio del 2006. Sull’argomento è tornato Nick Mason, aprendo una lunga parentesi sulla figura di Syd Barrett, sulla sua tragica morte e sulla reazione dei Pink Floyd tutti.
Pink Floyd, Nick Mason ammette: ‘ci sentiamo ancora in colpa per la morte di Syd Barrett’
Il batterista dei Pink Floyd Nick Mason -impegnato ora con i Saucerful of Secrets- in una recente intervista radiofonica ha parlato dei primi lavori della band, della morte del primo frontman Syd Barrett e della reazione dei membri del gruppo.
Senza Syd Barrett non sarebbero mai esistiti i Pink Floyd e, la prima domanda dell’intervista, è collegata proprio alla sua figura. Alla domanda –“hai sperimentato in prima persona la distruzione di un essere umano a dir poco geniale, vero?”– Mason ha riposto:
“Si, e siamo ancora consapevoli di ciò. Guardandoci indietro ora ci rendiamo conto di aver fatto davvero poco per lui, non abbiamo saputo affrontare una situazione così delicata. E non è che eravamo antipatici e snob, o non volessimo Syd tra di noi, ma semplicemente non avevamo la più pallida idea di cosa stesse accadendo intorno a noi.”
I problemi di salute mentale e l’uso di LSD
Mason, parlando a nome di tutti i Floyd, ha ammesso di sentirsi ancora in colpa per la morte di Syd Barrett:
“La verità è che ancora oggi non sappiamo cosa abbia influito di più nella faccenda: il disturbo mentale, l’uso di LSD o addirittura altro. Beh penso che… se fosse successo ora, avremmo reagito tutti in modo diverso. Oggi come oggi abbiamo una visione diversa e sicuramente avremmo trovato un modo per fare qualcosa al riguardo.”
Passando alla questione ‘salute mentale‘, il batterista ha poi spiegato:
“All’epoca i problemi di salute mentale erano a dir poco incurabili, o quasi. Solo negli ultimi anni abbiamo avuto dei miglioramenti nel campo. Quando penso a Syd si accavallano parecchi sentimenti ed emozioni contrastanti: felicità, tristezza, sensi di colpa. Non è esattamente ‘senso di colpa’, ma piuttosto la consapevolezza di chi sa di aver gestito male una situazione.”