Ve li ricordate i Pink Floyd? Certo, come potreste mai dire di no. Ma da dove prende il nome “The Wall”, ovvero il celebre disco della band di Roger Waters e David Gilmour? Facile, potreste dire voi, è tratto dal Muro di Berlino che divideva ala città di Berlino e anche la Germania in due, parte Est e parte Ovest. Ebbene, è chiaro che Roger Waters, per dare un titolo al disco, si era ispirato a questa questione in modo da costruire completamente il disco insieme agli altri membri dei Pink Floyd. Ma in realtà c’è molto di più e inizia tutto da un concerto molto particolare.
La molla per iniziare il disco
Era l’ultimo concerto del tour In the Flesh (tra l’altro, nome di un pezzo incluso nel disco The Wall come prima traccia) e i Pink Floyd si trovavano a suonare nel luglio del 1977 a Montreal, allo Stadio Olimpico. Pare che alcuni spettatori in prima fila non fossero assolutamente contenti dell’esibizione della band, per nulla, e iniziarono così a urlare nei confronti del bassista Roger Waters. Le urla irritarono moltissimo Roger e il bassista si stancò a tal punto da sputare contro uno di questi aitanti e fastidiosi fan. Da qui iniziarono le cose, dopo questo fatto tutto il gruppo iniziò un periodo di crisi creativa (che durò poco).
La voglia di rinascere e il nuovo concept
David Gilmour e Richard Wright, dopo il concerto in questione, decisero di prendere una temporanea pausa dal gruppo, concentrando i loro sforzi creativi sui rispettivi progetti solisti. Nick Mason invece era stato chiamato come turnista per il disco Green di Steve Hillage. Rimaneva il solo Roger Waters il quale parlo ampiamente con il suo psichiatra, in particolar modo relativamente al distacco che provava quando si esibiva negli stadi. L’episodio dello sputo fu fondamentale come concept di nascita del disco “The Wall”. Tutto il disco è basato sul distacco tra pubblico e artisti. La sua prima demo, intitolata Bricks in the Wall fu molto apprezzata e iniziarono così a creare il disco.
Un disco quasi autobiografico di Roger Waters
Venne poi ingaggiato come co-produttore Bob Ezrin e il gruppo iniziò subito a lavorare. Il disco, pur non essendo stato completamente scritto da Roger Waters, ha moltissimi caratteri autobiografici, tra cui il personaggio ideale protagonista del disco, ovvero Pink. Roger Waters quindi decise di prendere in considerare il tema del “muro” non dal punto di vista esclusivamente riferito alla guerra. Lo scopo era trattare di qualsiasi tipo di separazione. Molti sono gli elementi relativi e riferiti all’infanzia, alla giovinezza, al difficile rapporto con i genitori e i fan (questo è chiaramente una similitudine con Roger Waters).