Trasgressione ed eccessi contraddistinguono da sempre la storia dei Mötley Crüe. Non c’è, quindi, da stupirsi se le loro storie risultano spesso al limite tra lo scandalo e il bizzarro. L’ultimo aneddoto di cui siamo al corrente viene dal bassista e fondatore della band pietra miliare del glam metal. Nel corso di un’intervista con “Trunk Nation”, Nikki Sixx racconta la biasimevole storia, finora mai svelata, del suo nome d’arte.
Sixx racconta che, al tempo, militava in una band chiamata “London” e che stesse,quindi,cominciando ad essere chiamato “Nikki London di Londra”. Il suo disappunto in merito lo spinse a cambiare nome in “Nikki Nine”. Fino a questo punto non riscontriamo grandi anomalie nella storia del bassista.
Egli prosegue, tuttavia, spiegando che in quel periodo stesse frequentando una ragazza, impegnata in una relazione con un ragazzo, il cui nome era proprio Nikki Sixx. Il bassista afferma, quindi, che il famigerato nome d’arte attribuitosi derivi, in realtà, da uno scherzo nei confronti del povero malcapitato. “Non gli sto solo rubando la fidanzata, ma sto per rubargli anche il nome”.
Nikki Sixx e l’ipotesi di riunire i Mötley Crüe
L’intervista si è poi spostata su altri temi. Eddie Trunk chiede, infatti, se ci sono delle possibilità di rivedere la band insieme, dato il successo del Biopic targato Netflix in cui vengono narrati l’ascesa e il declino della band fenomeno glam metal degli anni ’80. Nikki Sixx risponde, affermando che, nonostante l’incessante richiesta da parte dei fan, la band non avrebbe ancora toccato minimamente l’argomento. In totale sincerità, il bassista spiega che, quello del film, sia stato un responso inaspettato e del quale sia rimasto piacevolmente sorpreso e che, sia lui che Tommy Lee, batterista del gruppo, reputavano la band finita senza remore alcuna. “Non aver mai parlato della reunion con Tommy è stato molto difficile, visto che siamo migliori amici”.