Neil Young, cantautore e chitarrista canadese naturalizzato statunitense dotato di un carattere enigmatico ed introverso, è una delle figure più prestigiose e influenti degli anni sessanta. Artista solitario e tormentato, Young è balzato alle luci della ribalta per la sua militanza nei ‘Buffalo Springfield‘ (gruppo folk-rock statunitense) e nei cosiddetti ‘Crosby, Stills, Nash e Young‘ (supergruppo costituito da David Crosby, Stephen Stills, Graham Nash e Neil Young appunto). Grazie a quel suo approccio volutamente ‘grezzo‘, Young è considerato da molti come uno dei pionieri del punk, nonché personaggio determinante per la diffusione dell’alternative rock e dell’alternative country. Neil Young, però, è conosciuto soprattutto per essere il ‘padrino del grunge‘, ma come e quando è nato questo soprannome?
Neil Young: perché è considerato da tutti il ‘padrino del grunge’?
Artista dalle mille sfumature, capace di spaziare dal punk al folk, dal grunge al country, passando per rock psichedelico e hard rock, Neil Young è il cantautore degli spiriti liberi. Per certi versi è un vero e proprio guru della musica. La sua voce acuta e nasale, la sua chitarra elettrica e i suoi testi introspettivi e malinconici, sono diventati col tempo segni inconfondibili di uno stile più unico che raro.
Torniamo ora al suo soprannome: ‘il padrino del grunge‘. Questo suo appellativo nasce non tanto dal fatto che lui stesso sia coinvolto effettivamente in questo genere musicale, quanto piuttosto dall’influenza che ha avuto sulla scena grunge. Tantissimi suoi lavori, infatti, hanno aperto gli occhi ad artisti del calibro di Eddie Vedder e Kurt Cobain, cantautori che hanno poi portato il grunge ad un livello successivo. I Pearl Jam e i Nirvana, infatti, non hanno mai smesso di sottolineare quanto parte del loro successo fosse merito proprio di Neil Young.
Il rapporto con i Nirvana e i Pearl Jam
Kurt Cobain, per chi non lo sapesse, ha addirittura citato un verso del brano “My My, Hey Hey” di Neil Young nella lettera scritta poco prima di suicidarsi il 5 aprile del 1994: “It’s better to burn out than to fade away” (letteralmente: “è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente”). E, poco tempo la morte del frontman dei Nirvana, è stato Neil Young a tramutare il suo dolore in una canzone: “Sleeps with angels“, dedicata interamente a Cobain.
I legami tra Neil Young e il grunge, però, non finiscono certo qui. Nel 1995 il rapporto dell’artista con il grunge viene ribadito da “Mirror Ball“, album che celebra l’unione del ‘padrino del grunge‘ con i suoi allievi: i Pearl Jam.