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Il mistero della morte di David Bowie all’interno di “Lazarus”

La morte di David Bowie, avvenuta il 10 gennaio del 2016, è stata fin da subito oggetto di un grande mistero. Tra supposizioni, indiscrezioni e tanto altro ancora, non si è mai riusciti a venire a capo della realtà, se non parzialmente: come se fosse stato un coreografo della sua stessa vita, fino all’ultimo, il Duca Bianco ha scelto probabilmente di morire, conscio della sua condizione. Vogliamo, allora, approfondire di più tutto questo, spiegando in ordine quello che è il mistero della morte di David Bowie.

Lazarus, l’epitaffio pubblicato da David Bowie prima della morte

Una delle prime analisi condotte subito dopo la morte di David Bowie ha riguardato Blackstar, il suo ultimo album in studio pubblicato l’8 gennaio 2016, appena due giorni prima della sua morte. Quasi come se si fosse trattato di un ultimo saluto alla musica e all’arte, il nostro Ziggy Stardust ha voluto rendere meravigliosa anche la sua imminente morte, attraverso un omaggio meraviglioso.

Pubblicato il 17 dicembre 2015 come secondo singolo dell’album, Lazarus è l’ultimo singolo pubblicato in vita da David Bowie, un incredibile epitaffio con cui David Bowie ha dato addio alla vita. Il testo del brano, secondo le dichiarazioni di Tony Visconti (produttore discografico), è una sorta di auto-epitaffio da parte del britannico, così come le altre tracce presenti all’interno del disco.

Il personaggio con gli occhi a bottone, che già ritroviamo in Blackstar, è il protagonista del video ufficiale: Bowie, che interpreta questo stesso – che vive in una squallida stanza di ospedale – e un poeta tormentato, scompare chiudendo dietro di sè le ante di un armadio. Un ultimo saluto, forse, che migliore di questo non poteva essere. Neanche un mese dopo la pubblicazione di questo singolo, in effetti, si sarebbe parlato della morte del britannico.

«Ha sempre fatto quello che voleva. E voleva farlo a modo suo, e voleva farlo al meglio. La sua morte non è stata diversa dalla sua vita: un’opera d’arte. Ha fatto Blackstar per noi, è stato il suo regalo di addio. – ha dichiarato a proposito il produttore, conscio della natura dell’album – Sapevo da un anno che sarebbe andata così. Non ero preparato, però. È stato un uomo straordinario, pieno di amore e di vita. Sarà sempre con noi. Per ora, possiamo solo piangere.»

La morte di David Bowie

La morte di David Bowie è avvenuto nella notte tra il 10 e l’11 gennaio 2016, due giorni dopo il compleanno del britannico. La notizia, che ha provocato uno shock nel mondo del rock, della musica, dell’arte e della cultura in generale, è subito rimbalzata in tutto il mondo: dai telegiornali agli articoli, dai post su Facebook fino ai commenti vari, in pochissime ore tutto il mondo ha saputo della morte di David Bowie. 

Le supposizioni, ovviamente, si sono subito moltiplicate: fin da subito si è parlato di eutanasia, di morte volontaria o addirittura di suicidio da parte del Duca Bianco, da tempo malato di cancro. Il luogo del decesso, la data dei funerali e l’eredità lasciata ai suoi cari fu da subito un mistero.

Molto probabilmente, la morte di David Bowie è avvenuta in una clinica oncologica di New York, negli Stati Uniti, che praticava l’eutanasia. E a proposito di eredità, il sito Fortune sostenne che l’eredità constava di poco più di 200 milioni di dollari, mentre il Daily Mail gonfiava la cifra addirittura a 800. Insomma, al di là di numeri e cifre, dell’imminente morte del Duca Bianco non era dato sapere nulla: soltanto in pochi, tra amici e cari, conoscevano la realtà e neanche chi lavorò con lui a Blackstar ebbe modo di accorgersi di nulla.

Il Duca Bianco ha scelto il suicidio assistito? Il mistero della morte di David Bowie

Ciò che più si disse dopo la morte di David Bowie riguardò, essenzialmente, la probabile eutanasia a cui si era sottoposto il britannico. Robert Fox, dopo la morte del Duca Bianco, dichiarò di avergli confidato l’esistenza di una cura sperimentale contro il cancro alla quale Bowie voleva sottoporsi.

Più recente rispetto ad altre supposizioni è quella che riguarda il suicidio assistito: Lesley-Ann Jones, biografa di David Bowie, ha rivelato che il cantante ha scelto una pratica che nello stato di New York non è legale e che nessuno tra i suoi familiari, per questo protetti, non ne sapeva nulla. “Chiunque l’abbia aiutato in questa missione e come sia stata compiuta non sarà mai rivelato. Sono sicura che non ha coinvolto familiari e amici per proteggerli”, ha detto alla BBC la giornalista.

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