Era il 5 marzo del 2009 quando Michael Jackson annunciò al mondo intero che avrebbe tenuto una serie di concerti nel corso dell’estate, interropendo un’assenza dai tour lunga ben 12 anni. This is It sarebbe dovuto essere uno dei più grandi eventi musicali del ventesimo secolo, questo naturalmente se Michael Jackson non fosse morto il 25 giugno dello stesso anno, a soli 18 giorni dalla partenza del tour. A raccontare alcuni dettagli e retroscena importanti del tour This is It ci ha pensato Orianthi Panagaris, storica chitarrista di Michael Jackson e di Alice Cooper.
This is It, l’ultimo tour del Re del pop
This is It possedeva tutti i numeri per identificarsi come uno dei tour più belli degli ultimi anni. Michael Jackson aveva pensato veramente a tutto per questo suo grande ritorno sul palcoscenico. La scaletta, qualora i concerti avessero avuto luogo, avrebbe incluso alcuni iconici pezzi come ‘Smooth Criminal’, ‘Thriller‘, ‘Billie Jean’, ‘Man in the Mirror’, ‘Black or White’, ‘The Way You Make Me Feel’ e tantissimi altri ancora. Purtroppo, però, sappiamo tutti com’è andata a finire questa storia.
Quel tragico 25 giugno del 2009 Michael Jackson morì in seguito ad un improvviso attacco cardiaco causato da un’intossicazione da propofol, un potente anestetico. La sua morta fu descritta dai mass media come ‘il più grande evento mediatico di sempre’ e, nonostante siano passati oltre dieci anni dalla sua morte, il suo ricordo è ancora molto vivo nel cuore di milioni di fan.
Le parole di Orianthi Panagaris, chitarrista di Michael Jackson
A dare maggior informazioni su quello che sarebbe stato il più grande tour del ventesimo secolo ci ha pensato Orianthi, la chitarrista australiana di Michael Jackson.
“Ci furono tantissime sorprese. Naturalmente abbiamo dovuto firmare accordi di non divulgazione e, a dire il vero, non so se valgono ancora oggi. Ad ogni modo c’erano un sacco di cose che sarebbero diventate epiche. Sarebbe stato uno dei più grandi tour della storia della musica, questo è certo.”
La chitarrista australiana ha poi aggiunto: “Ho imparato così tanto da Michael Jackson ed è stato per me un onore lavorare con lui. Mi incoraggiava sempre, diceva di spingere le note quanto più in alto possibile. Ed era così con tutti, cercava sempre di far uscire il meglio da tutti coloro che collaboravano con lui. Era così preciso e scrupoloso su tutto e la cosa che mi ha sconvolto di più è che aveva un’incredibile memoria fotografica. Lavorare con lui è stato incredibile, è stata la cosa più bella che io abbia mai fatto nella mia vita.”