Michael Jackson è sempre stato nella bufera di commenti circa il suo colore della pelle. Nonostante il re del pop abbia dichiarato di soffrire di vitiligine, una malattia che, per dirla molto semplicemente, genera chiazze nella pelle, ancora oggi sono diffuse le battute circa il suo “sbiancamento”. Jackson ha spiegato più volte di aver “pareggiato” la sua situazione, così mentre prima copriva le chiazze bianche ha poi visto, cosa confermata dalla sua truccatrice ad esempio, che non era più possibile. Dopo la sua morte, l’autopsia ha confermato l’effettiva presenza di questa tremenda patologia. Tuttavia, il re del pop non si è risparmiato non si è risparmiato accuse di razzismo. L’aspetto fisico non è stata l’unica miccia, ma anche una canzone che paradossalmente adesso è diventata simbolo del movimento Black Lives Matter: They don’t care about us.
L’album HIStory past present and future Book I
Nel Giugno del 1995 Michael Jackson pubblica HIStory past present and future – Book I. Inizialmente nasce come una compilation di grandi successi del re del pop, che però viveva male l’idea di pubblicare un album con niente di nuovo. Così, sono presenti anche inediti. Tra i più famosi naturalmente la title-track, che pure non sfuggì alle polemiche per un video ufficiale a causa di presunti riferimenti al comunismo e al nazismo, che Jackson ha sempre smentito. Poi ancora Scream, il cui costosissimo video ufficiale è uno dei più famosi del re del pop ed è un bellissimo duetto con la sorella Janet Jackson. Memorabile la cover dei Beatles Come together, ecc. ecc. Ci sarebbe tanto da dire su HIStory, ma oltre agli aspetti positivi ve ne furono alcuni controversi.
They don’t care about us e le accuse di antisemitismo
Nel testo ufficiale della canzone They don’t care about us erano presenti delle parole che in questo delicato periodo abbiamo noi stessi appreso come sia necessario evitare: la famosa “n” word ad esempio. Nel caso della canzone di Jackson, fece scandalo che usò i termini “jew” e “kick”, dispregiativi per i giudei.