Il terzo album in studio dei Clash, London Calling, è una vera e propria pietra miliare del rock. Pubblicato il 14 dicembre del 1979, questo doppio disco contiene ben 19 brani, quasi tutti caratterizzati da un diverso genere musicale: London Calling è infatti un disco che spazia dal raggae al rockabilly, dal rhythm and blues al jazz, fino ad arrivare al vero e proprio punk.
Le origini di London Calling
”Prima di London Calling all’interno del gruppo non c’era abbastanza sintonia, quasi come non ci conoscessimo abbastanza”, confessò il batterista Topper Headon, aggiungendo: “In quell’album ognuno ha dato il suo contributo e, per la prima volta, abbiamo finalmente cominciato a capirci.”
I Clash, dopo aver rotto con Bernie Rodhes e aver perso lo studio di registrazione, furono costretti a iniziare a lavorare in una piccola sala prove di Londra. L’assistente dei Clash Johnny Green, parlando delle prove della registrazione del disco, disse:
“All’epoca c’era davvero un gran bel clima e soprattutto c’era apertura su tutto. I membri della band si divertivano a scambiarsi gli strumenti, mi piaceva il fatto che non c’erano regole.”
Quanto hanno guadagnato i Clash con London Calling?
La punk band inizialmente intendeva intitolare il disco “The New Testament”, optò, successivamente, per “London Calling”. L’iconico album ha venduto oltre 2 milioni di copie nel mondo ed è stato certificato disco di platino e d’oro negli USA e disco d’oro e d’argento nel Regno Unito.
Il modo di registrare quel disco fu completamente insolito. Inizialmente, infatti, il gruppo suonava una canzone come se fosse un live: di queste sessions, poi, venivano mantenute principalmente la batteria e la chitarra ritmica. Dopo Mick Jones creava una serie di sovraincisioni con la chitarra mentre Simonon registrava di nuovo il basso. Successivamente venivano aggiunti altri strumenti come percussioni, chitarre acustiche, pianoforti e a volte anche fiati.
L’iconica copertina di London Calling
L’album deve buona parte della sua fama anche all’iconico scatto della fotografa Pennie Smith, utilizzato poi come copertina.
La storia di questa foto si rifà al live della band al Palladium di New York, il 21 settembre del 1979. Sembra che Paul Simonon, bassista dei The Clash, fosse particolarmente insoddisfatto della performance, al punto da sfogare la propria rabbia scaraventando a terra il suo strumento. La Smith si trovava a bordo palco e divise il momento in tre scatti che avrebbero poi fatto il giro del mondo. Oggi lo strumento distrutto si trova esposto alla Rock And Roll Hall Of Fame And Museum.
Pennie Smith vanta all’attivo una florida carriera al fianco delle più famose band del rock classico. Ha pubblicato diversi libri, collabora con molte riviste, espone le sue fotografie in tutto il mondo e, soprattutto, prosegue il suo lavoro da freelance.