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Leonard Cohen: perchè Hallelujah ha avuto successo soltanto dopo 15 anni?

Hallelujah è una canzone incredibilmente famosa del cantautore canadese Leonard Cohen, scritta e interpretata dallo stesso e presente all’interno dell’album Various Positions, del 1984. Il brano in questione, benché pubblicato in questa data, ha ottenuto successo soltanto a distanza di ben quindici anni, dal momento che non venne considerato come un successo commerciale in un primo momento e, soprattutto, non ottenne tutte le certificazioni che successivamente ha ottenuto grazie a cover e reinterpretazioni di grandissimo livello, tra le quali spicca sicuramente quella di Jeff Buckley. Sono state proprio le numerose cover, talvolta realizzate dallo stesso Cohen, a rendere questo brano celebre e, ad oggi, uno dei più reinterpretati di sempre. Ma perché c’è stato bisogno di far passare ben 15 anni prima che Hallelujah avesse successo? Ecco tutto ciò che c’è da sapere a proposito.

La storia e la struttura difficile di Hallelujah

Hallelujah è il risultato di una lunga gestazione che ha visto il cantautore canadese Leonard Cohen essere protagonista di un processo compositivo e realizzativo piuttosto lungo e complesso, come affermato anche da Bob Dylan, che, nel backstage di un concerto, ebbe modo di ascoltare le affermazioni del suo collega artistico, che confidò di aver impiegato circa due anni per la realizzazione completa del brano di grandissima celebrità. In realtà, secondo quanto affermato successivamente da Cohen, la durata che l’aveva portato a realizzare questa canzone era stata addirittura maggiore, ma si vergognava di aver impiegato così tanto a realizzare un brano che, apparentemente, sembra essere semplice dal punto di vista strutturale e compositivo.

Tuttavia, la grande complessità che Leonard Cohen ha sempre inserito all’interno dei suoi brani, fino a renderli perfetti nelle loro strutture, è stata decisiva in tal senso, tanto che Cohen ha dichiarato di aver scritto, originariamente, più di 80 strofe per il brano, tra le quali poi ha scelto le 6 che ha inserito nella versione iniziale della canzone, inserita all’interno dell’album Various Positions del 1984. Già questa difficile gestazione ci fa rendere conto del fatto che la canzone sia, in realtà, un prodotto tutt’altro che spontaneo e adatto ad un certo mercato discografico, che privilegia, invece, composizioni di maggiore impatto, in termini strumentali e compositivi. A questo proposito si aggiunge la struttura musicale e l’interpretazione difficile del testo, che porta Hallelujah ad essere un brano che sa evocare, in termini di tempistica, sia un Valzer che un Gospel. Allo stesso tempo, in molti hanno proposto interpretazioni particolari dello stesso testo, tra chi ne vede rimandi religiosi e biblici e chi, invece, cerca di stravolgere il significato del brano completamente.

Le dichiarazioni di Cohen e il successo del brano

A proposito del senso del brano, è stato Leonard Cohen a spiegarne le determinazioni: «Questo mondo è pieno di conflitti e pieno di cose che non possono essere unite ma ci sono momenti nei quali possiamo trascendere il sistema dualistico e riunirci e abbracciare tutto il disordine, questo è quello che io intendo per alleluia. La canzone spiega che diversi tipi di alleluia esistono, e tutte le alleluia perfette e infrante hanno lo stesso valore. È un desiderio di affermazione della vita, non in un qualche significato religioso formale, ma con entusiasmo, con emozione. So che c’è un occhio che ci sta guardando tutti. C’è un giudizio che valuta ogni cosa che facciamo.»

Come ben sappiamo, Hallelujah di Leonard Cohen ha ottenuto successo soltanto a distanza di anni, a causa di quelle numerose le interpretazioni che sono avvenute, talvolta da parte dello stesso cantautore canadese, e che hanno visto alcuni interpreti di grandissimo livello. Se dovessimo identificare il momento esatto in cui una cover ha reso Hallelujah celebre, di sicuro potremmo far riferimento a Jeff Buckley, e alla sua celebre reinterpretazione del brano che ha reso lo stesso degno di una nuova luce e, soprattutto, di numerosa considerazione discografica e musicale.

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