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Leonard Cohen racconta il momento più strano vissuto con Bob Dylan

Bob Dylan è unanimemente riconosciuto come una delle figure di spicco non solo del panorama musicale ma artistico in senso lato. A dimostrazione di ciò si ergono i numerosi riconoscimenti conferitigli per il suo talento cantautoriale, la sua capacità di descrivere in parole la vita e il tempo che lo circonda. Uno su tutti il Nobel per la Letteratura. Nel coro di coloro che hanno sempre lodato il genio di Dylan si trovava anche Leonard Cohen, amico e collega dell’artista statunitense. Anche se, in un’occasione emblematico, descrisse un suo concerto come “strano”.

BOB DYLAN, IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA E I RICONOSCIMENTI

Il 13 Ottobre 2016 Bob Dylan ha ricevuto uno dei più alti riconoscimenti della storia, ovvero il Premio Nobel per il letteratura. “Per aver creato nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione della canzone americana” questa è stata la motivazione addotta per il conferimento del titolo al cantautore. Dylan è ormai riconosciuto come uno degli artisti più influenti ed emblematici, non solo dal punto di vista musicale ma artistico e culturale in genere.

Il magazine musicale Rolling Stone lo ha inserito in ben tre delle sue classifiche. Tra le quali quella dei 100 migliori artisti di sempre – dove figura al secondo posto – quella dei 100 migliori cantanti – dove sta in settima posizione – e infine quella dei 100 migliori cantautori – dove si è aggiudicato la vetta.

LEONARD COHEN, LE DICHIARAZIONI SUL NOBEL CONFERITO A BOB DYLAN

Leonard Cohen è stato un altro nome importantissimo nel panorama artistico e culturale internazionale. E oltre a questo anche un grande amico e collega di Bob Dylan. Dopo il conferimento del Premio Nobel per la Letteratura a quest’ultimo infatti, l’autore di Hallelujah commentò dicendo: “Per me è come dare una medaglia al monte Everest per essere la montagna più alta del mondo”.

BOB DYLAN, IL LEGAME SPECIALE CON IL PROPRIO PUBBLICO

Hanno fatto storia anche le dichiarazioni che Leonard Cohen rilasciò nel 2008, sempre a proposito di Dylan. “Sono andato ad un suo concerto. – aveva esordito il cantante, come riportato da Far Out è stato incredibile. Sono andato ad un sacco di live di Dylan. In questo, c’era un sentiero che portava dall’hotel all’auditorium, così potevi entrare in questa aerea privata, per le persone che avevano un box. Noi eravamo in uno di questi box”.

La descrizione di Cohen, conferma una tendenza che è sempre stata tipica delle esibizioni dal vivo di Dylan. Ovvero il rifiuto dei classici concerti da stadio con la scaletta dei brani più famosi, per privilegiare una modalità più intima, nella quale il pubblico potesse entrare in connessione con lui. “Come ha detto Sharon Robinson, Bob Dylan ha un codice segreto con i suoi fan” aveva continuato a dire Cohen.

LEONARD COHEN: “GUARDARE IL CONCERTO DI BOB DYLAN E’ STATO STRANO”

“Se qualcuno fosse sceso dalla luna e avesse guardato, si sarebbe probabilmente chiesto cosa stava succedendo – aveva rivelato Leonard Cohen, nella stessa intervista del 2008 – in quel particolare caso, dava le spalle a metà pubblico e suonava l’organo, in modo meraviglioso devo dire, percorrendo tante canzoni. Alcune erano difficili da riconoscere. Ma a nessuno importava. Le persone non erano lì per quello e io certamente non ero lì per quello”. 

“Stava succedendo anche qualcos’altro – aveva concluso Cohen, riguardo al concerto di Bob Dylanla celebrazione di un genio che era così chiaro ed evidente e toccava le persone così profondamente che tutto quello di cui avevano bisogno era il dispiegarsi simbolico dell’evento. Non importavano le canzoni. Importava solo questo: ricorda quel brano e quello che ti ha fatto sentire. E’ stato veramente strano”. 

 

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