Era il 28 dicembre del 2015 quando Lemmy Kilmister, storico leader dei Motorhead, perse la vita a Los Angeles per un cancro alla prostata e un’insufficienza cardiaca congenita, nonostante soffrisse anche di altre gravi patologie. A tre anni dalla sua morte – che ha sancito anche lo scioglimento definitivo dei Motorhead – vogliamo ricordare il grande leader della hard & heavy band britannica con cinque storie leggendarie.
Gli insegnamenti di Jimi Hendrix
Prima di iniziare con la sua carriera negli Hawkind (di cui parleremo successivamente), Lemmy Kilmister fu tra i roadie di Jimi Hendrix. Si può pensare che il contatto diretto con la Experience e con quello che è stato, probabilmente, il miglior chitarrista di sempre servì a Lemmy dal punto di vista musicale. Non fu così: eppure gli insegnamenti di Jimi Hendrix ci furono, e non furono inutili.
«Jimi mi ha insegnato a scovare droga nei posti più impensabili, lavorare per lui significava anche quello. E così che ho imparato a tenermi in piedi nonostante cinque botte di acido. Ma ho imparato qualcosa anche sulla teatralità e la performance. Jimi non doveva fare sforzi per essere fico, si muoveva come un ragno elegante. Era interessato alla folla. Faceva battute inopportune perché era sempre fatto. La gente non aveva idea di che cosa stesse parlando. Ma era il chitarrista migliore di tutti, forse di sempre. Non c’è dubbio su questo» ha dichiarato il leader dei Motorhead. Il suo soprannome, probabilmente, deriva proprio dagli anni in cui era roadie: era, infatti, solito chiedere soldi dicendo “Lemme a fiver”.
Come Lemmy Kilmister divenne bassista degli Hawkind
La storia di come Lemmy Kilmister divenne bassista degli Hawkind è, allo stesso tempo, interessante e curiosa. Il britannico aveva già tenuto un’audizione per la band, nel 1971, per diventare secondo chitarrista. Eppure, il destino per lui fu differente e divenne bassista, nonostante non avesse mai suonato lo strumento in vita sua. In occasione di un concerto a Notting Hill Gate, infatti, il bassista della band non si presentò: allora, il tastierista Dik Mik, chiese a Lemmy di rimpiazzarlo. «Fai qualche rumore in MI. È una tecnica che si chiama “Cose che non dovresti fare”», fu l’unico suggerimento che gli diede il cantante Nik Turner una volta sul palco.
Ma se il modo in cui Lemmy entrò nella band è curioso, il motivo per cui fu rimpiazzato lo è ancora di più. «Se mi avessero arrestato per un acido sarebbe stato diverso. Erano davvero fissati con le esperienze psichedeliche. La band più cosmica del mondo mi fece fuori perché stavo usando le droghe sbagliate!», affermò il britannico dopo che la formazione lo cacciò per aver assunto amfetamina.
Quella volta che sembrava fosse morto
Il rapporto con le droghe è stato, senza dubbio, una costante della vita di Lemmy, e rischiava di diventare la costante anche della sua morte. In un’occasione il leader dei Motorhead e un suo amico erano in possesso di un centinaio di pillole azzurre – tra speed e calmanti – quando furono raggiunti da un agente di polizia. Per evitare che nell’auto, dove si trovavano, venissero trovate sostanze vietate, entrambi ingerirono tutte le pillole che avevano.
I due si salvarono, ma Lemmy rischiò di non superare la notte: battito cardiaco e frequenza respiratoria aumentarono a dismisura, tanto che sembrò morto ai suoi amici. «Sembrava avessi smesso di respirare, ma non era vero. Me ne stavo sdraiato lì con gli occhi aperti, faticando a parlare», ha dichiarato in White Line Fever.
L’ossessione per le divise tedesche
Questa storia è leggendaria, sì, ma allo stesso tempo anche eccentrica e sintomo di cosa ci sia dietro l’immagine di una rockstar. La passione ossessiva per la Germania nazista non è stata mai messa in dubbio: lo stesso Lemmy Kilmister ha sempre dichiarato di esserne affascinato; oggetto del suo interesse erano soprattutto le divise: «I tedeschi avevano le uniformi migliori. I cattivi hanno sempre le cose migliori: vale per i Confederati, vale per Napoleone».
Al Jourgensen, leader dei Ministry, ha giurato di aver scoperto Lemmy in una posizione compromettente, mentre indossava una divisa della Gestapo. Stava avendo rapporti sessuali con una ragazza.
Il leader dei Motorhead ha visto gli alieni?
«Nel 1966 stavamo facendo un viaggio di ritorno attraverso le brughiere dello Yorkshire. In quel periodo non bevevo neanche birra, quindi non è stato un flashback da acido. È apparsa una cosa sopra l’orizzonte e si è fermata in mezzo al cielo. Poi di colpo si è messa a ruotare fortissimo. Neanche gli aerei di oggi vanno a quella velocità, figuriamoci allora. Mi squarciò la vista». ha affermato il leader dei Motorhead a Inked. Insomma, per chi crede che le uniche esperienze sovrannaturali siano state quelle relative a alcol e droga, c’è quest’ultima chicca che può ben smentire.