Robert Plant e un artista di grandissimo valore, che ha contribuito a fare e a costruire la storia della musica attraverso determinazioni incredibilmente importanti. Il cantante e leader dei Led Zeppelin, che non ha mai voluto una reunion della band se non per singole esibizioni, si è formato all’interno di un clima artistico e culturale piuttosto particolare, che ha determinato anche lo sviluppo socio-culturale della sua figura. Per questo motivo, nel prendere in considerazione una sua intervista all’interno della quale ha parlato anche il soprattutto della sua infanzia, vogliamo sottolineare quale sia la canzone che ha cambiato la vita di Robert Plant, e che gli ha permesso di rapportarsi alla storia della musica attraverso caratterizzazioni inedite e importanti. Ecco tutto ciò che c’è da sapere a proposito delle sue parole.
Robert Plant parla della sua infanzia e del clima culturale in cui ha vissuto
All’interno della sua intervista, Robert Plant ha avuto modo di parlare di quale sia il clima culturale in cui ha vissuto nell’ambito della sua infanzia, e che l’ha portato a rapportarsi ad un certo tipo di musica. Queste sono state le sue parole a proposito: “Quando ero bambino, mi nascondevo dietro le tende a casa a Natale, e cercavo di essere Elvis. […] Era un’altra vita fuori dal mondo, un’altra vita fuori dall’Inghilterra nel 1960. Si trattava di provare, imparare e assicurarsi che tutte le tue vulnerabilità non fossero troppo sfacciate per non finire per sembrare un povero piagnucolone. Il maschio della specie finge di essere più di quello che è, o si perde in canzoni d’amore impotenti e affranti?
Insomma, nella società del tempo non mancavano pregiudizi importanti, che determinavano l’assunzione di una certa personalità, per quanto fosse lontana da un certo modo di essere reale.
La canzone che ha cambiato la vita di Robert Plant
A questo punto, il cantante dei Led Zeppelin ha avuto modo di parlare di quale sia la canzone che gli ha cambiato la vita, che gli ha permesso di approcciare al mondo della musica e che, allo stesso tempo, ha determinato un atteggiamento artistico specifico, poi tipico della sua carriera e della sua arte.
Il suo riferimento artistico, oltre che culturale, è sempre stato Billy Fury, anche e soprattutto per il suo atteggiamento in una società differente. La canzone che più gli ha cambiato la vita è stata A Thousand Stars, di cui ha parlato nei termini che seguono: “Mi piace l’idea del maschio solitario che se ne va, e Fury è stato il grande cantante britannico per questo. Faceva parte della macchina pop, ma è scivolato e si è trasformato in qualcos’altro. Quella cosa mi ha colpito duramente quando ero 12 anni”.