David Bowie disse che Grace era uno dei dieci dischi che avrebbe voluto portare con sé su un’isola deserta. Il talento folk–rock di Jeff Buckley aveva colpito nella maniera migliore uno dei più eclettici rockers di sempre. Andiamo a vedere la storia dell’album Grace, il primo (unico ufficiale e non postumo) disco di Jeff Buckley, pubblicato nel 1994.
Riferimenti Dylaniani
È indiscusso che, anche per un distratto ascoltatore, questo disco rifletta dell’influsso di Bob Dylan e di Leonard Cohen, artista molto apprezzato da Jeff. Buckley riuscì a far suo uno stile tipicamente folk old style con le sue ispirazioni tipicamente rock n’roll e hard rock. Basti segnalare i riferimenti ai Led Zeppelin, Van Morrison fino al mondo del grunge (il disco fu prodotto dallo stesso produttore di Nevermind). Ma non solo.
Buckley ebbe notevole libertà di scegliere i propri collaboratori. Le scelte andarono su musicisti jazz e blues come il polistrumentista Karl Berger. Va specificato che diversi brani erano già stati creati qualche anno prima, come Eternal Life che risale al 1991.
Lo stile audace e aggressivo di Jeff Buckley ma, al contempo, calmo, dolce e soul, si mischia tra inediti e cover. Come non citare la famosissima Hallelujah cantata nell’originale da Leonard Cohen. Dovete sapere che Buckley realizzò altre versioni e la sua versione finale è molto più simile alla cover di John Cale, polistrumentista concettuale che ha collaborato a lungo con Lou Reed.
Il successo di critica (non di pubblico)
Grace fu immediatamente elogiato dalla critica e dai vari rappresentanti del mondo della musica. Da Bowie alle recensioni entusiaste di Jimmy Page, fino alla super recensione di Rolling Stone. Il celebre magazine definì il lavoro come un album a metà strada tra metallo e angeli.
Varie riviste hanno considerato Grace tra i migliori 10 album degli anni Novanta e Rolling Stone nel 2003 diede la 303° posizione nella lista dei 500 migliori album di tutti i tempi. Peccato che Jeff abbia, di fatto, realizzato un solo album (escluse raccolte e il disco postumo Sketches for My Sweetheart the Drunk del 1998, uscito un anno dopo la sua morte)
Il pubblico non lo vide subito benissimo. Nella prima settimana il disco vendette 2000 copie, il disco arrivò al massimo al 149° posto e divenne disco di platino negli USA solo svariati anni dopo. Solo in Australia ebbe un super successo commerciale grazie ai 7 dischi di platino raggiunti nel 2016. Finora, Grace ha venduto oltre 2 milioni di copie ma siamo certi che continuerà a macinar successo data la profondità dell’album e di brani quali Last Goodbye, Eternal Life, Corpus Christi Carol e ovviamente Hallelujah.