Fabrizio De André è annoverato tra i cantautori più importanti della musica italiana. Le sue canzoni sono entrate nelle antologie per la grande capacità poetica e scrittoria dell’autore. Nelle sue canzoni si sono sempre riscontrati temi impegnati e particolari, spesso legati all’ambiente culturale del periodo, del passato o ad opere letterarie. Uno dei brani di ispirazione letteraria è La ballata dell’amore cieco. Vediamo perché.
La ballata dell’amore cieco di Fabrizio De André
Tralalalalla tralallaleru
S’innamorò perdutamente
D’una che non lo amava niente.
Tralalalalla tralallaleru
Gli disse portami domani
Il cuore di tua madre per i miei cani”.
L’ispirazione della canzone
Il brano è ispirato alla poesia “Cuore di mamma” di Jean Richepin:
“C’era una volta un povero idiota
molto molto tempo fa
molto molto tempo fa
c’era una volta un povero idiota
che amava una ragazza che non lo ricambiava.
Lei gli disse: “portami domani
era molto molto tempo fa
era molto molto tempo fa
Lei gli disse: “portami domani
il cuore di tua madre per il mio cane”.
Si può notare la trasposizione estremamente fedele della poesia nella canzone. Tuttavia, De André prende solo spunto dall’opera per aggiungere aspetti originali. Infatti, il finale è la parte sicuramente più innovativa del brano: la donna, quando infine convince l’uomo che la ama a togliersi la vita, rimane sola, senza nessuno. Infatti, l’uomo onesto e probo si è ucciso, è morto, ma lo ha fatto per amore. Invece, a lei non resta nulla.
Tralalalalla tralallaleru
Ma lei fu presa da sgomento
Quando lo vide morir contento.
Quando a lei niente era restato
Non il suo amore non il suo bene
Ma solo il sangue secco delle sue vene”.