Nel corso degli anni, pubblico e addetti ai lavori hanno sempre concordato nel definire John Paul Jones come il membro più equilibrato e tranquillo dei Led Zeppelin. Alla fine, comunque, si ebbe modo di evincere che Jones non stesse mantenendo una maschera per conquistare l’affetto degli appassionati e della stampa, ma che la sua, fosse un’indole completamente opposta agli eccessi e all’edonismo tipici del life style da Rock Star. A rafforzare quella che, sembrò diventare una certezza quasi subito, sopraggiunse il manager stesso dei Led Zeppelin, Peter Grant. In Led Zeppelin In Their Own Words, Grant ricorda il bassista della band di Good Times Bad Times come “l’antitesi della Pop Star”, definendolo come un artista focalizzato esclusivamente sulla musica, decisamente avverso ai riflettori.
John Paul Jones, comunque, non è stato solo il membro catalizzatore dell’irruenza dei Led Zeppelin. Il suo apporto sull’opera della band, infatti, è stato profondissimo e tangibile sin dagli albori. Jones, del resto, è un brillante polistrumentista e, di certo, non ha nascosto le sue doti nei suoi anni con gli Zeppelin; ricoprendo una moltitudine di ruoli chiave. Nel corso di un’intervista rilasciata nel 2003, comunque John Paul Jones rivelò quali fossero alcune tra le sue canzoni preferite in assoluto nel prestigioso catalogo del gruppo con cui ha consacrato il suo nome all’eternità. In quest’articolo, abbiamo riportato le sue parole.
John Paul Jones e la sua canzone preferita in assoluto dei Led Zeppelin
Il bassista dei Led Zeppelin effettuò le dichiarazioni riguardo le sue canzoni preferite del gruppo ai microfoni di un programma TV svedese. Jones esordì evidenziando la sua ammirazione per Stairway To Heaven, brano più famoso ed evocativo degli Zeppelin, per poi soffermarsi su Kashmir; altra pietra miliare del loro catalogo. Riguardo la traccia, John disse: “Kashmir era un grande numero, soprattutto dal vivo. Lo trovo un brano molto teatrale, coreografico”. John Paul Jones non si è tirato indietro dall’affermare che Kashmir fosse una delle sue canzoni preferite in assoluto nella discografia dei Led Zeppelin.
Pur non citandolo espressamente nell’intervista; facendo altresì notare di non aver composto la traccia di suo pungo, Jones aiutò Jimmy Page nella scrittura di alcune parti orchestrali determinanti, essendo anche un arrangiatore meticoloso. Nel brano, inoltre, John ebbe modo di suonare sia il basso che il mellotron in fase di incisione.
Le altre tracce citate dal bassista
Vista la caratura elevatissima della discografia dei Led Zeppelin, John Paul Jones scelse di citare altri brani tra i suoi preferiti. Il musicista si soffermò, in primis, su When The Levee Breaks, da Led Zeppelin IV del 1971, definendola una traccia tendente al Blues dalle atmosfere spettacolari. Infine, il bassista decise di citare un’ultima canzone per la sua lista, tratta da Led Zeppelin II del 1969. John Paul Jones tessé le lodi di What Is and What Should Never Be, definendolo un ottimo brano, dalla sezione ritmica strabiliante. Il bassista spiegò che, per lui, la traccia fosse stata capace di racchiudere entrambi i lati dei Led Zeppelin, quello più oscuro e feroce e quello più chiaro e meticoloso.