Il grandissimo chitarrista era rimasto incosciente per ore mentre la sua fidanzata dell’epoca e alcuni roadies rimuovevano la droga dalla scena del “crimine“? Qualcuno gli ha versato addosso e poi per terra del vino rosso per modificare e influenzare la scena del crimine? C’erano davvero persone che lo volevano morto? Era colpa del suo amante? Quanti sono i segreti senza risposta sulla morte di Jimi Hendrix? Si parla di debiti della mafia e liste segrete della CIA che indagavano proprio sul celebre chitarrista. Senza poi dimenticare alcune testimonianze decisamente sospette. Alcuni affermano che si è trattato di un suicidio, altri di un terribile incidente, alcuni che è stato assassinato da personaggi della malavita o agenti dei servizi segreti.
Un simbolo della controcultura
Gli eventi di quel famoso 18 settembre 1970 sono da sempre avvolti da una confusa foschia. Nel 1970, i tre album in studio di Jimi Hendrix, Are You Experienced del 1967, Axis: Bold as Love del 1968 ed Electric Ladyland sempre del 1968 lo avevano reso celebre. Il chitarrista ormai era visto come una figura chiave e molto importante della controcultura degli anni Sessanta. E pensate che ci era riuscito in soli quattro anni. I suoi dischi, dove il blues incontrava la psichedelia e il funk, erano a quanto pare troppo pericolosi.
Gli eccessi e il rapimento
Non si può negare che Jimi avesse anche una propensione all’edonismo e all’eccesso che lo cambiarono molto negli anni Sessanta. Le sue amiche erano molte (così come le sue innumerevoli compagne e fidanzate), la sua pesante dipendenza da ogni tipo di droga non era certo una cosa da sottovalutare e spesso ci si metteva anche l’alcolismo. Era una figura imprevedibile e non aveva proprio tutte le amicizie giuste. L’anno precedente alla sua morte era stato rapito da criminali mafiosi di basso livello mentre comprava droga in un nightclub di New York e rilasciato illeso solo per ordine dei boss della mafia. Ci sono troppi segreti senza risposta sulla sua morte.
Il manager e la inquietante preveggenza
I rapporti poi con il suo manager Michael Jeffery erano sull’orlo del collasso. Lo aveva detto proprio Jimi Hendrix ad amici e giornalisti che si sentiva senza meta, perseguitato e incapace di fidarsi di nessuno intorno a lui. La goccia che fece traboccare il vaso fu quella lettura dei tarocchi di un chiaroveggente in un viaggio del 1969 in Marocco. Hendrix ricevette una preveggenza particolare in cui lui sarebbe morto prima dei 30 anni e fatale caso questa predizione si avverò. Le sue ultime settimane furono un groviglio di follia, droghe e sfortuna. I 600.000 spettatori dell’Isle of Wight Festival furono davvero fortunati ad assistere a una delle sue ultime superlative performance.
Le paranoie
Il suo ex bassista Billy Cox, che aveva suonato con Hendrix a Woodstock e nel tour del 1970, aveva bevuto con il chitarrista del punch con aggiunta di LSD. Dato che Jimi soffriva di paranoie sulla paura di essere avvelenato, si spostava di continuo per cercare di sfuggire idealmente alla sua morte. Il suo ultimo tour lo aiutò in questo, ma alla fine purtroppo Jimi Hendrix morì comunque e forse la verità non la sapremmo mai.