Il 2016 non deve essere stato assolutamente facile per Paul Di’Anno, il cantante degli Iron Maiden, che ha rivelato di essere stato vicino alla morte a causa della sepsi. Le sue rivelazioni incredibili hanno stupito non poco i fan degli Iron Maiden, a causa della precisione incredibile e quasi inquietante con cui il cantante ha parlato della sua malattia e del suo stato fisico, che l’ha portato a rischiare la morte. Adesso, si racconta nella stessa intervista, a seguito delle diverse cure la speranza di tornare a suonare è tanta.
Le dichiarazioni shock di Paul Di’Anno
Sono state incredibili, addirittura le si potrebbe definire shock, le dichiarazioni di Paul Di’Anno, cantante degli Iron Maiden fino al 1981, che ha parlato della malattia che nel 2016 l’ha portato a sfiorare la morte: la sepsi. L’inglese è stato a 45 minuti dalla morte, e se non fosse stato per l’utilizzo di antibiotici specifici, sarebbe andato incontro a una sicura morte.
“Sono dentro e fuori dall’ospedale da quattro anni ormai. Al momento è stato molto, molto difficile per me. A causa della sepsi, continuo a contrarre infezioni, quindi non possono eseguire le operazioni sulla mia gamba.”, ha dichiarato il cantante a Mariskal Rock. E ancora: “Al momento, ho solo un ginocchio. L’altro ginocchio è stato rimosso, ma non è stato inserito alcun nuovo ginocchio, quindi è stat un qualcosa di cemento. Ma voglio suonare, ovviamente, ma non posso farlo fino a quando non sarò riparato. Non ho smesso di suonare e non ho intenzione di ritirarmi. Voglio continuare a suonare, ma devo guarire”.
La malattia di Paul Di’Anno e la voglia di suonare
Insomma, stando alle dichiarazioni che sono state rilasciate da Paul Di’Anno, il cantante non ha assolutamente perso la speranza, nonostante la sepsi che l’ha portato praticamente a un passo dalla morte. Anzi, il suo obiettivo è quello di guarire il più velocemente possibile per poter a realizzare musica come un tempo, senza alcun tipo di limitazione.
Nel dettaglio, ecco quanto è stato dichiarato da Paul Di’Anno: “La sepsi ti colpisce davvero duramente, e sull’aereo di ritorno verso Londra dall’Argentina, tutti mi dicevano:” Salve, signore. Stai bene? Stai bene?’ E io, tipo, “Sì, perché non mi lasci in pace?” genere di cose. Non mi ero reso conto che stavo davvero morendo. E quando sono effettivamente tornato a casa e sono crollato sul pavimento, ho avuto il mio cellulare con me. Ero da solo, perché mia moglie e i miei figli erano in America. Ho chiamato l’ambulanza. Sono venuti giù e hanno dato un calcio alla mia porta e mi hanno portato in ospedale. Ho trascorso otto mesi in quell’ospedale … E hai 45 minuti per pomparti di antibiotici o morirai. Otto mesi di recupero lì.”
Nonostante ciò, l’obiettivo è sempre lo stesso: “La mia preoccupazione principale è tornare sul palco. Voglio suonare, voglio suonare, voglio suonare. Mi sta facendo impazzire, non fare nulla e non riuscire ad uscire. Al momento non posso nemmeno uscire di casa nel caso in cui avessi di nuovo un’infezione. Quindi sono praticamente un prigioniero nella mia casa al momento. Quindi la mia principale preoccupazione al momento è di sistemare le gambe.”