Non è un mistero, e non c’è bisogno di sottolineare quest’ambito come negativo o fallimentare. Nel corso di una carriera ed una discografia possono capitare dei passi falsi, o semplicemente a vuoto. Anche i musicisti e gli artisti più celebri di sempre hanno realizzato dei prodotti non all’altezza del loro nome, per una serie di dinamiche che possono riguardare non soltanto il momento preciso in cui questi album sono realizzati, ma anche le scelte tecniche, discografiche, artistiche o semplicemente concettuali. Se abbiamo esaltato tanto i Queen nel corso del nostro operato, non possiamo fare a meno di sottolineare che anche la band di Freddie Mercury abbia realizzato dei prodotti che sono peggiori di altri e che per questo motivo vogliamo sottolineare all’interno di questo articolo. Ecco, quindi, quali sono i tre peggiori album dei Queen.
Flash Gordon
La colonna sonora del 1980 è stata commissionata ai Queen direttamente da Dino De Laurentiis, per accompagnare l’omonimo film basato sulle avventure dell’eroe dei fumetti creato da Alex Raymond, per l’appunto Flash Gordon. Se da un lato quest’album ha permesso ai Queen di continuare a sperimentare su un tipo di musicalità del tutto influenzata dal elettronica, che caratterizzerà un insuccesso come Hot Space, il risultato non è certamente dei migliori.
L’opera, pubblicata per intero, avrebbe potuto rappresentare un unicum del film, ma si decise di realizzarne un disco vero e proprio, che non piacque affatto agli amanti dei Queen e che non fu apprezzato ancora una volta per un percorso musicale del tutto antitetico alla grandissima carriera della formazione britannica. Eppure, l’album riuscì a scalare le classifiche e uno dei singoli estratti, The Hero, divenne anche un grande cavallo di battaglia dal vivo.
Hot Space
Sulla scia di ciò che abbiamo affermato precedentemente, Hot Space caratterizza sicuramente uno dei più grandi insuccessi dei Queen, dal momento che l’album sembra essere del tutto lontano dalla concezione artistica e musicale che i Queen avevano adottato nel corso della loro carriera. Inutile sottolineare che la scelta di realizzare un album enormemente influenzato dal gusto dell’elettronica e del sintetizzatore sia stata dettata dal grande successo di Another One Bites The Dust, che aveva portato i propri Queen a sperimentare per la prima volta uno stile musicale più tendente al funk.
Ancora una volta, dal vivo l’album riuscì ad acquisire incredibile valore, grazie alla capacità dei Queen di rendere grande anche quello che in studio sembrava essere di valore più infimo punto dell’album, vanno comunque sottolineati alcuni grandi successi come la celebre Under Pressure, realizzata in collaborazione di David Bowie
Made in Heaven
Si tratta del primo e unico album postumo, al di là dei progetti realizzati con altri artisti, che i Queen hanno pubblicato dopo la morte di Freddie Mercury, avvenuta il 21 novembre del 1994. L’album rappresenta un prodotto certamente poco omogeneo e poco rispondente alle corde dei Queen, per una serie di motivi: innanzitutto va sottolineato che le tracce hanno una caratterizzazione temporale del tutto differente, dal momento che sono presenti lavori realizzati in studio da tutti i Queen, lavori realizzati dal solo Freddie Mercury e altri brani aggiunti o riarrangiati successivamente da Brian May, Roger Taylor e John Deacon. Insomma, probabilmente i migliori brani presenti all’interno dell’album sono proprio quelli composti e portati a termine da Freddie Mercury.