Le canzoni di Giorgio Gaber ci inducono spessissimo alla riflessione. Anche per questo, nonostante la sua scomparsa, certamente nessuno di noi si dimentica di certi classici del Teatro Canzone, che hanno saputo sorprenderci. Ciò anche grazie al collaboratore e amico di una vita di Gaber Sandro Luporini. Grande demistificatore della realtà e della società, Gaber ha attraverso il Signor G raccontato le “avventure” dell’uomo comune. Questi a volte vive la sua vita con una certa mediocrità. Di fronte a questo quadro sovente desolante della nostra esistenza, il cantautore non si è mai arreso. A questo quadro corrisponde infatti uno stile ironico e mai volgare, una mimica vivace e la ricerca non tanto di una soluzione, quanto di un motivo per andare avanti. Non insegnate ai bambini è uno dei suoi brani celebri e costituisce ancora oggi un monito da non ignorare.
L’album postumo di Giorgio Gaber
Nel Gennaio 2003 esce Io non mi sento italiano, un album che venne pubblicato postumo. Uscì infatti poche settimane dopo la morte di Giorgio Gaber. Fu subito un grande successo in quanto contiene nelle sue dieci tracce, oltre a grandi cavalli di battaglia dell’autore (come L’illogica allegria), anche sei brani inediti. Dovevano far parte del nuovo spettacolo teatrale che Sandro Luporini e Gaber stavano preparando prima che la malattia lo portasse via. Il suddetto spettacolo si sarebbe dovuto chiamare Io quella volta lì avevo 25 anni. Sulla scia del precedente lavoro, Gaber aveva costruito un disco basato sulla denuncia del malcostume, ma anche su una serie di suggerimenti e preoccupazioni sulla società.
Non insegnate ai bambini la vostra morale
Nel 2005 Non insegnate ai bambini è arrivata seconda al Premio Tenco ed è in generale, pur essendo un successo postumo, una delle più apprezzate della carriera di Gaber. Ciò in quanto con una melodia assai semplice ed una delicatezza quasi “innocente”, esprime con chiarezza in modo quasi puro un concetto fondamentale. L’idea di non influenzare i bambini con la nostra “morale”, che potrebbe solo danneggiarli. Il concetto di bambino come più innocente e moralmente valido dell’adulto è sicuramente un topos letterario e anche musicale, ma ad oggi in una società che sempre più rincorre il bambino, assillandolo con aspettative e dogmi spesso errati, risulta anche più illuminante. Lasciare camminare per la sua strada un bambino è l’unica chiave per concedergli una vita felice. L’esistenza, nella fattispecie, è magica e Gaber ci invita proprio ad insegnare solamente questo: la magia della vita. Il testo è stato spesso ripreso anche per temi di carattere pedagogico anche per questo motivo. La canzone è talmente apprezzata da aver ricevuto diverse cover, da parte ad esempio di artiste come Fiorella Mannoia o Alice, ma anche da parte di cantautori come Morgan o Simone Cristicchi.