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Freddie Mercury: la storia di come rivelò ai Queen di avere l’AIDS

Freddie Mercury si spense serenamente il 24 novembre del 1991. Nonostante siano passati quasi trent’anni dall’immane tragedia, il mondo ancora piange e ricorda con assoluta nostalgia una delle stelle più brillanti del firmamento della musica Rock. A causare la morte del cantante dei Queen fu una broncopolmonite provocata dall’ AIDS. Freddie Mercury tenne la malattia nascosta per molto tempo. Pur tuttavia, l’ipocrisia dei tabloid inglesi lo portò a sentirsi costantemente osteggiato dalle fastidiose insinuazioni che accampavano riguardo la sua condizione, invadendo sdegnatamente la vita privata del Leader dei Queen. Coloro che erano particolarmente legati a Freddie Mercury conoscevano la sua forte riservatezza. Il cantante rivelò al suo gruppo le sue condizioni di salute solo quando i sintomi si manifestarono in modo evidente.

Tutto questo, non viene mostrato solo nel Biopic campione d’incassi, Bohemian Rhapsody, è, infatti, rappresentato meticolosamente nella biografia di Mark Richards e Matt Langthorne del 2016,  Somebody to Love: The Life, Death and Legacy of Freddy Mercury. Era il 1989, raccolti al tavolo di un ristorante di Montreaux, i Queen ascoltavano attoniti le tristi parole del loro cantante. Freddie Mercury si trovò davanti a un bivio. Rivelare la sua condizione non l’avrebbe solo compromesso agli occhi dell’opinione pubblica, all’epoca estremamente chiusa e ben poco informata riguardo le malattie veneree; ma avrebbe, inoltre, messo in pericolo l’enorme industria che, negli anni, si era irta alle spalle dei Queen. Mercury si sentiva responsabile, non solo per sé stesso, ma soprattutto per i suoi amici e colleghi musicisti; nonché per tutte le persone che, grazie alla sua band, percepivano uno stipendio.

Le parole di Freddie Mercury per i Queen

Il batterista Roger Taylor era a conoscenza del fatto che Freddie Mercury fosse malato e che le sue condizioni non potessero essere nascoste per troppo tempo. Nel corso della totalità delle interviste dei Queen di quel periodo, i tre membri del gruppo negarono categoricamente davanti alle pressioni insistenti ed indiscrete dei media britannici. La stampa subissò la band di domande sullo stato di salute del loro cantante. Quando i Queen si ritrovarono riuniti a Montreaux per discuterne, Freddie disse: “Avrete probabilmente capito con cosa sto avendo a che fare. Per quanto ne so non esiste una cura e mi resta poco da vivere. Voglio andare avanti con la mia vita, incidere dischi e fare il mio lavoro senza pensare alla mia malattia. Ora che ne abbiamo parlato, vorrei non affrontare più l’argomento. Voglio che nessuno venga a sapere di tutto questo”.A dire il vero, Brian May rivelò di essere a conoscenza del fatto che qualcosa non stesse andando come avrebbe dovuto. “Ce ne rendemmo conto in modo graduale. I segnali divennero sempre più evidenti, finché non arrivo il giorno in cui, semplicemente, ce ne parlò”.

L’ultimo compagno di Freddie Mercury, Jim Hutton, racconta una versione diversa, nonostante non fosse presente quel giorno. Hutton sostiene che la confessione fosse avvenuta tra le lacrime. Scaturita dal fatto che, quel giorno, qualcuno si stesse lamentando a tavola per un raffreddore. Allora, il cantante avrebbe mostrato una ferita aperta sulla gamba dicendo: “Pensi di avere dei problemi? Bene, dovresti guardare questo allora”.

Per i restanti Queen, invece, non c’è mai stata drammaticità nel modo in cui Mercury affrontò la malattia. Dignitoso e riservato, Freddie manifestò gran forza d’animo dopo l’annuncio chiedendo di non parlarne più, senza pretendere compatimenti. Vista l’autorevolezza della sua figura, sembrerebbe un comportamento consono e decisamente appropriato alla personalità a cui è stato attribuito.  “La sensazione d’impotenza nel vedere un uomo talmente forte e potente dissolversi lentamente è stata devastante. Non avrei mai pensato potesse accadere ad uno come Freddie. Non ha mai chiesto la compassione di nessuno. Ha affrontato i suoi tormenti senza mai rifletterli su nessuno”. Ricorda Brian May.

 

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