R3M

Francesco Guccini, La storia di D’amore di morte e di altre sciocchezze

Quando si parla di Francesco Guccini non è mai facile analizzare i suoi album e le sue canzoni. Non si tratta semplicemente di un cantante, ma di un vero e proprio scrittore dallo stile composito e curato nei dettagli. Dietro una canzone di Guccini può celarsi un universo di sfumature tutte importanti da riconoscere, per questo è molto difficile spesso comprendere il significato complessivo dei suoi lavori. Una volta fatto, però, si rivelano a noi con grande poesia. Oggi parleremo di un suo album in particolare, il cui titolo già è illuminante sul tema: D’amore di morte e di altre sciocchezze.

Guccini parla D’amore di morte e di altre sciocchezze

D’amore di morte e di altre sciocchezze è stato pubblicato nel 1996 ed è il diciassettesimo album di Francesco Guccini. La genesi di questo disco è assai drammatica: Francesco Guccini lo ha dedicato a due suoi carissimi amici, morti durante la composizione dell’album. Si tratta di Victor Sogliani, bassista del gruppo Equipe 84 con cui Guccini aveva peraltro suonato nel gruppo I Gatti e del famoso fumettista Bonvi. Come spesso accade nei lavori del cantautore, tuttavia, il disco è un lavoro variopinto e articolato con tematiche che vanno oltre la malinconia del ricordo di questi amici. Certo la morte, come si capisce già dal titolo, ha un ruolo fondamentale. Ma c’è anche l’amore. Le altre “sciocchezze” rimandano anche ad una sorta di quotidianità sempre presente nelle opere di Guccini, che ci ricorda le “bagatelle” della poesia latina ad esempio di Catullo, ma anche alla comicità presente in alcune canzoni del disco. Un’unione tra riso e pianto, colorata e complicata così come è la vita. Nonostante tutto, Guccini non si perde d’animo, come dimostra nella sua musica.

Le canzoni più famose

Il disco contiene alcuni dei lavori più apprezzati di Francesco Guccini. Innanzitutto la canzone d’apertura, Lettera, che è sintesi del contenuto del disco poiché spiega molto bene le intenzioni dell’autore. Poi Vorrei, una delle canzoni d’amore più amate del cantautore. Sicuramente il primato va tuttavia al brano Cirano, uno dei più popolari di Guccini. Come è noto, si ispira al Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand, l’opera che narra l’innamoramento di Cyrano per Rossana. Egli la seduce da lontano tramite il viso di un altro con le sue parole, poiché a causa del suo orrendo naso non ha il coraggio di farsi avanti. Partendo dal personaggio di Cyrano, Guccini criticherà fortemente il conformismo e la superficialità della società moderna. Da citare è la presenza di un brano comico praticamente parlato: I fichi, che costituisce la parte più comica dell’album e si lega alle sciocchezze citate nel titolo.

 

Articoli correlati

Condividi