Francesco De Gregori è probabilmente uno dei cantautori ancora viventi più importanti del panorama italiano. Tra i suoi classici fondamentali c’è Generale. Uscì nel 1978 come singolo dall’album De Gregori. Questa canzone è conosciutissima anche grazie alla cover che ne fece Vasco Rossi, ma il suo grande pregio è proprio il testo. De Gregori non è nuovo a testi elaborati, poetici, che gli hanno fatto guadagnare l’appellativo di cantastorie o poeta. Spesso viene assimilato a Bob Dylan, la sua più grande ispirazione.
L’esperienza militare di De Gregori
La canzone Generale è, come detto, notissima. Eppure sono pochi coloro i quali sono davvero consapevoli del suo significato. Il generale in questione non è però proprio De Gregori, in quanto il testo è sì autobiografico, ma il generale cui fa riferimento non è chiaramente se stesso. Infatti, si riferisce al servizio militare che De Gregori prestò presso il Btg. Alpini “Tirano” di Malles Venosta in Trentino Alto Adige. La collina dell’inizio è proprio la Collina di Tarces, che ha fatto da sfondo a scene distruttive di terrorismo. Infatti, nel 1956 la BAS compiva atti terroristici nel tentativo di far guadagnare l’indipendenza al Trentino Alto Adige, una pagina davvero buia della nostra storia. Il generale viene citato perché De Gregori per scriverla fu ispirato da una visita in caserma proprio da parte di un generale degli alpini.
Generale dietro la collina
Ci sta la notte cruccia e assassina
E in mezzo al prato c’è una contadina
Curva sul tramonto sembra una bambina
Di cinquant’anni e di cinque figli
Venuti al mondo come conigli
Partiti al mondo come soldati
E non ancora tornati.
Una canzone contro la guerra
Lo scopo di questo brano, alla luce anche di questa nota autobiografica, è sostanzialmente mostrare l’atrocità della guerra. In particolare, dal punto di vista dei giovani lontani da casa, costretti a non poter stare vicino i propri cari. Ne vengono allora descritti i pensieri più semplici, anche speranzosi, in un quadro molto delicato quanto realistico.
Generale dietro la stazione
Lo vedi il treno che portava al sole
Non fa più fermate neanche per pisciare
Si va dritti a casa senza più pensare
Che la guerra è bella anche se fa male
Che torneremo ancora a cantare
E a farci fare l’amore, l’amore dalle infermiere.
C’è anche da segnalare la palese citazione a Ernest Hemingway in quest’ultimo verso. “A farci fare l’amore dalle infermiere” è infatti un’espressione ripresa dal suo capolavoro Addio alle armi. Alla fine della canzone De Gregori dipinge il quadro del vuoto che la guerra lascia, anche se il nemico è stato sconfitto.