Cosa distingue un buon chitarrista da una leggenda? Quali sono gli elementi chiave dietro la creazione di un mito? Com’è possibile che un semplice sognatore possa scrivere pagine di storia inestimabili? I fattori da analizzare sarebbero sicuramente molteplici, e costituiti principalmente da un apporto soggettivo non indifferente. Definire un contesto, una persona o una percezione riserva un alto contenuto di considerazioni personali derivanti da esperienze dirette e riflesse. Nella musica, specialmente, però, per quanto un giudizio possa risentire delle opinioni particolarmente individuali tirate in causa in una questione; alcuni presupposti risultano imprescindibili in un dibattito. Un artista eccezionale come Eric Clapton, non dimostra soltanto abilità tecniche strabilianti. Slowhand, infatti, continua a rimarcare costantemente la propria importanza nella cultura chitarristica mondiale. Continuando, inoltre, a manifestare originalità e carisma ad altissimi livelli.
Nel caso di Eric Clapton, la sua influenza non solo sugli altri chitarristi, ma soprattutto sull’intera industria musicale è indescrivibile. Alcune ipotesi affermerebbero, addirittura, che le concezioni e i canoni del Blues moderno si basino unicamente sulla sua tecnica chitarristica. In ogni caso, possiamo asserire, senza remore alcuna, che lo stile di Eric Clapton sia unico e, presumibilmente, impossibile da replicare.
Le parole di Steven Van Zandt su Eric Clapton
Lo storico chitarrista della E-Street Band tesse le lodi del grande Eric Clapton esplicando le tesi per le quali, secondo lui, l’artista britannico sia il più grande chitarrista di sempre. “Eric Clapton è il chitarrista più importante ed influente che sia mai esistito. È ancora in vita, ma non credo morirà mai. Rimarrà eterno nel cuore di chiunque. Non vorrei che queste mie affermazioni venissero contestate”.
“Prima di Clapton – aggiunge – Chuck Berry aveva gettato le basi per la chitarra Rock; mentre, Keith Richards ha provveduto a modernizzarla. Il Rockabilly di Scotty Moore, Carl Perkins e Cliff Gallup, è stato reso celebre da George Harrison. Eric ha assorbito il tutto, fornendogli nuovo lustro attraverso il Blues nero elettrico: il potere e l’eloquenza di Buddy Guy, Hubert Sumlin e dei tre King, B.B. Albert e Freddie, ha ridefinito completamente i canoni solistici della chitarra moderna”.
“Una delle cose più importanti nel suo modo di suonare erano i volumi a cui portava i suoi amplificatori. A metà anni ’60, Eric Clapton muoveva i microfoni intorno alla stanza, lontano dagli amplificatori per creare un’ambientazione di sorta che riuscisse ad immedesimare l’ascoltatore attraverso rumori di fondo, spesso e volentieri bradi e incontrollati. Il chitarrista era diventato la parte più importante della band”.
“Eric Clapton ha concesso le chiavi di Volta per la scoperta di un genere che riuscisse a collimare tecnica ed emozione. Per me, Layla, è stato l’ultimo esempio di brano in cui la sezione compositiva, la chitarra e la voce esercitano la stessa intensità. Il modo con cui Eric suona è terrificante, carico di emozioni, il suo modo di fare Blues è la rappresentazione intrinseca dell’amore inquieto. Clapton era un pellegrino, oggi è la leggenda a cui tutti aspirano, ove chiunque si reca alla ricerca di una matrice identificativa per la chitarra moderna”.