La storia della musica italiana fa sicuramente capo al suo più grande interprete e cantautore, Fabrizio De Andrè, che ha realizzato – nel corso della sua carriera – prodotti di grandissimo livello, e realizzazioni artistiche e musicali che hanno fatto la storia. Tra i più grandi capolavori che siano mai stati realizzati dal cantautore genovese, c’è sicuramente Non al denaro, non all’amore né al cielo, quinto album di inediti di Fabrizio De Andrè che è stato pubblicato nel 1971 e che si ispira alla pregevole Antologia di Spoon River, la magistrale opera poetica di Edgar Lee Masters che ha fatto la storia della letteratura. Vogliamo parlarvi di quel grande contributo artistico di Fabrizio De Andrè che merita di essere annoverato tra i più grandi capolavori della storia della musica.
L’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters
L’Antologia di Spoon River è un’opera magistrale che ha fatto la storia della letteratura e non solo. Pubblicata nel 1915, la raccolta di poesie a verso libero racconta della vita e della morte degli abitanti di Spoon River, ipotetica città americana di cui Edgar Lee Masters vuole demistificare la morte attraverso la forma dell’epitaffio. La fruizione dell’opera, per i contenuti presenti all’interno della stessa, è stata piuttosto difficoltosa nel corso degli anni, specie in Italia: la traduzione italiana dell’opera, infatti, valse a Fernanda Pivano – che l’aveva curata – il carcere.
Fu proprio la donna ad ammettere che il contenuto dell’opera la rendeva equiparabile ad un qualcosa di addirittura satanico: «Era superproibito quel libro in Italia. Parlava della pace, contro la guerra, contro il capitalismo, contro in generale tutta la carica del convenzionalismo. Era tutto quello che il governo non ci permetteva di pensare […], e mi hanno messo in prigione e sono molto contenta di averlo fatto.»
La storia di Non al denaro, non all’amore né al cielo di Fabrizio De Andrè
La realizzazione di un’opera letteraria di grandissimo livello come L’Antologia di Spoon River da parte di Edgar Lee Masters ha generato quella grande opera successiva che Fabrizio De Andrè, nel 1971, ha pubblicato con il nome di Non al denaro, non all’amore né al cielo di Fabrizio De Andrè. I temi e i significati dei testi, che si arricchiscono di un senso globalmente artistico grazie alla musica e alla miriade di collaboratori artistici nell’album, sono stati per De Andrè fonte di ispirazione per un album che pone continuamente il suo rimando al testo letterario di Lee Masters, quasi si trattasse di una Bibbia da avere continuamente come riferimento.
In effetti, lo stesso Faber aveva già chiarito il fatto che il suo progetto di ispirarsi all’opera di Lee Masters fosse forte già molto tempo prima di realizzare il suo quinto album di inediti. Le sue dichiarazioni, a proposito, furono quelle che seguono: «Avrò avuto diciott’anni quando ho letto Spoon River. Mi era piaciuto, forse perché in quei personaggi trovavo qualcosa di me. Nel disco si parla di vizi e virtù: è chiaro che la virtù mi interessa di meno, perché non va migliorata. Invece il vizio lo si può migliorare: solo così un discorso può essere produttivo.»
Eppure, l’idea del disco fu di Sergio Bardotti, che pensò quanto fosse possibile realizzare un vero e proprio capolavoro ispirandosi ad un’opera letteraria celebre: De Andrè, secondo il suo pensiero, era fondamentale per la realizzazione di un prodotto simile, sia per la sua passione per l’opera, di cui possedeva una versione economica che gli era stata regalata dalla sua prima moglie, Puny. Quelle che seguono sono le tracce del disco, liberamente ispirate ad alcune poesie presenti all’interno dell’opera di Edgar Lee Masters:
Lato A
- La collina – 4:03
- Un matto (Dietro ogni scemo c’è un villaggio) – 2:37
- Un giudice – 2:56
- Un blasfemo (Dietro ogni blasfemo c’è un giardino incantato) – 2:59
- Un malato di cuore – 3:52
Lato B
- Un medico – 2:40
- Un chimico – 3:01
- Un ottico – 4:36
- Il suonatore Jones – 4:28