I primi anni di vita dei Guns N’ Roses sono stati caratterizzati dal grande successo della formazione statunitense, arrivato soprattutto grazie al primo album in studio, Appetite for Destruction. Allo stesso tempo, però, prima di acquisire un’identità completa, la hard rock band ha avuto bisogno di tempo e, soprattutto, nuovi “innesti” musicali. Tra questi, uno dei più grandi acquisti della formazione statunitense è stato rappresentato da Duff McKagan, che ha raccontato le sensazioni provate nei primi giorni di permanenza all’interno della band. La mancata conoscenza degli altri membri, le sonorità non specifiche della band e un’impronta che sembrava essere tutt’altro che hard rock non contribuirono al suo ambientamento, che fu sicuramente difficile. Il bassista dei Guns ha raccontato, in una nuova ed esclusiva intervista, i primi giorni nei Guns N’ Roses.
Le dichiarazioni di Duff McKagan sui primi giorni nei Guns N’ Roses
I primi giorni di permanenza di Duff McKagan all’interno dei Guns N’ Roses furono tutt’altro che semplici. La mancata conoscenza di Slash e Axl Rose nel dettaglio non fu di sicuro un dettaglio da sottovalutare, così come l’impronta musicale di una band che – per atteggiamento e tendenze artistiche – poteva essere etichettata in tanti modi differenti.
Per questo motivo, in una nuova intervista, il cantante e polistrumentista ha dichiarato che: “Quando la nostra band è diventata una delle più grandi, penso di aver avuto un senso di colpa punk-rock. Qual è il mio posto in questa cosa?”. E non è finita qui, in quanto, per qualche momento, Duff McKagan si è sentito non adatto: “Ma che tipo di bassista sarò? Una volta ho scavato dentro di me e mi sono chiesto: “È davvero questo quello che voglio fare? Quando ne sono stato sicuro al 100%, ho preso come riferimento Rampage, Lemmy, Paul Simonon”.
Il concerto dei Clash che ha cambiato la vita di Duff McKagan
Il bassista dei Guns N’ Roses ha raccontato non soltanto della sua esperienza all’interno dei Guns N’ Roses, ma anche delle sensazioni provate in quello che può essere definito come il concerto che gli ha cambiato la vita. Il polistrumentista ha assistito al concerto dei Clash riuscendo a maturare molto, dal punto di vista morale e psicologico.
Questo il suo racconto in merito: “C’erano solo 100 persone, forse 125 perché erano venuti alcuni ragazzi del college. Era il 1979 e la sicurezza del Paramount Theatre non sapeva di cosa si trattasse. È così che hanno dato un pugno a un ragazzo che conoscevamo. Si è rotto il naso. Allora i Clash hanno interrotto lo spettacolo. Paul Simonon è andato a prendere un’ascia – tipo l’ascia antincendio – e Joe Strummer ha gridato: Abbatteremo questa fottuta barriera, perché non c’è differenza tra noi. Siamo tutti nella stessa barca. È stato un momento molto formativo della mia vita”.