Tutte le cose belle prima o poi arrivano alla fine. Così è stato anche per i Pink Floyd, una delle band più amate e rappresentative del panorama musicale mondiale. La formazione vede la propria origine nel 1965, frutto del genio complesso e lungimirante di Syd Barrett. Nel 1967 entra nel gruppo David Gilmour che – lentamente – affianca e poi sostituisce un sempre più incontrollabile Barrett. Da quel momento, sebbene le redini siano di fatto in mano a Roger Waters – che dirige anche il lato concettuale e tematico della band – tra lui e Gilmour si creano i primi attriti. Fino al punto che, nel 1985, Waters abbandona la formazione. In una recente intervista Gilmour ha parlato di questa delicata questione, spiegando in che modo la sua defezione abbia cambiato i Pink Floyd.
La fine dei Pink Floyd
Nel 1968 Syd Barrett – sempre più fuori controllo e alienato dal mondo – abbandona i Pink Floyd. Gli altri membri della band gli avevano affiancato David Gilmour nell’anno precedente ma – dopo la sua uscita – è Roger Waters a prendere in mano le redini del progetto. Dai concept spaziali e psichedelici di Barrett, si passa al mondo neuronale, morale e socialmente impegnato del nuovo frontman. I Pink Floyd – che avevano raggiunto la maturità con Atom Heart Mother e Meddle – conquistano l’immortalità musicale con The Dark Side of the Moon. Con i successivi Wish You Were Here e The Wall i quattro fanno letteralmente la storia.
Fino al 1985 la formazione non subisce cambiamenti. Certo, tra Roger Waters e David Gilmour non corre buon sangue. Tanto più che – proprio in quell’anno – Waters abbandona la formazione. I restanti membri dei Pink Floyd ingaggiano una battaglia legale per il diritto di mantenere il nome e la vincono. Continuano a suonare per il decennio successivo – pubblicando A Momentary Lapse of Reason e The Division Bell – ma nel 1995 cessano ogni attività. La fine dei Pink Floyd è sancita ufficialmente nel 2006 con le parole di David Gilmour che nega qualsiasi possibilità di una futura reunion. Nel 2008 – con la morte di Richard Wright – si spengono tutte le possibilità di rivedere la band al completo.
The Lost Art of Conversation: podcast dei Pink Floyd
In occasione dell’uscita dello speciale cofanetto – Pink Floyd – The Later Years 1987-2019 – David Gilmour è stato intervistato da Matt Everitt della BBC Radio. Il frontman della band britannica ha concesso una sola intervista – divisa in quattro episodi – andata in onda a partire dal 25 Novembre. Nella prima parte – intitolata The Studio – Gilmour parla delle jam session della band e del loro approccio alla nuova strumentazione disponibile in studio di registrazione. Nella seconda – chiamata Artwork – il chitarrista parla delle sue idee per la copertina di A Momentary Lapse of Reason. Idee che – partendo dal semplice schizzo di un letto vuoto – sono state trasformate da Storm Thorgerson nell’immagine di circa 500 letti.
Nella terza parte – Live Performances – si discuterà di come la band si preparava all’idea di affrontare un tour – mentre facevano le prove in un hangar a Toronto. Nella quarta e ultima sezione – Unreleased New Material From the box set – Gilmour parla del nuovo materiale incluso nello speciale box The Later Years. L’uscita del cofanetto è prevista per il prossimo 13 Dicembre 2019.
Le parole su Roger Waters
Nell’episodio di debutto del podcast sui Pink Floyd, David Gilmour si è trovato a parlare di Richard Wright e Roger Waters. Il presentatore gli ha chiesto la speciale connessione creativa che si creava tra lui e Wright – specialmente durante la lavorazione alla nuova versione di A Momentary Lapse of Reason. Il chitarrista ha ammesso la difficoltà di parlarne, soprattutto facendo riferimento ad un altro membro dei Pink Floyd. Il topic della discussione si è spostato ovviamente sul momento di svolta della band, ovvero l’addio di Roger Waters nel 1985.
“Fu un momento davvero difficile. E’ una cosa davvero grande poter continuare a fare qualcosa del genere – ha detto David Gilmour durante il podcast – con Roger se n’era andata anche una grande parte del progetto, un grande talento e il nostro paroliere principale. Eravamo nel mezzo di una causa legale”. Tuttavia la defezione del frontman principale dei Pink Floyd, dà ai restanti membri la spinta per continuare ad andare avanti più forti di prima. E una canzone soprattutto aiutò Gilmour a tornare in pista: si tratta di Sorrow. “E’ venuta da me come una magia – ha confidato Gilmour – mi sono seduto e ho praticamente scritto cinque versi per una canzone per la quale non avevo ancora la musica […] Era una buona canzone. Ha dato un senso alle altre e questo mi ha dato fiducia su dove stavamo andando”.