“No one sings like you anymore”. Questa è diventata, negli anni, la frase tributo con la quale gli appassionati di musica ricordano Chris Cornell. Il celebre verso preso dalla canzone Black Hole Sun, scritto e reiterato ovunque, viene spesso utilizzato dai fan per rendere omaggio al frontman dei Soundgarden – tragicamente scomparso una notte di Maggio del 2017. La notizia ha letteralmente scioccato il mondo dell’arte e dello spettacolo, lasciando un vuoto incolmabile nella musica internazionale. Ma cosa successe davvero quel tragico giorno?
SOUNDGARDEN, L’ULTIMO CONCERTO CON CHRIS CORNELL
Il 18 Maggio 2017 l’Associated Press dà per prima la notizia della morte di Chris Cornell. Il cantante si trovava a Detroit, dove la sera precedente si era esibito con i suoi Soundgarden.
Allo shock iniziale sono seguite le dichiarazioni della famiglia che – attestando quel fatto come “una morte improvvisa e inattesa” – aveva fatto sapere di voler collaborare con i medici per far luce sull’accaduto.
CHRIS CORNELL, L’ESITO DELL’AUTOPSIA E LE DROGHE
Poche ore dopo il suo ultimo concerto con i Soundgarden – nella notte tra il 17 e il 18 Maggio 2017 – Chris Cornell viene ritrovato senza vita nella sua stanza d’albergo. Il cantante sembra essersi procurato la morte per impiccagione. Stando ai risultati degli esami tossicologici emerge anche che avesse assunto sedativi e ansiolitici quella stessa notte.
Nonostante l’alto livello di sostanze nel sangue, l’autopsia condotta sul corpo dell’ex frontman dei Temple of the Dog, esclude però che queste possano aver avuto a che fare con il drammatico evento – come riportato anche in un articolo della Repubblica. La vedova di Cornell, Vicky, aveva auspicato che l’esame tossicologico potesse rivelare la reale causa del decesso del marito. Ma, stando alle parole del dottor Theodore Brown “Quei farmaci non hanno contribuito alla causa della morte”.
17 MAGGIO 2017: LE ULTIME ORE DI CHRIS CORNELL
Nonostante dunque il referto medico parli chiaro, rimangono ancora molti punti oscuri intorno alla morte di Chris Cornell. Tanto più che, a breve distanza da quel tragico 17 Maggio 2017, Vicky Cornell aveva rotto il silenzio riguardo le passate dipendenze del marito. Come riportato da un’intervista sull’Huffington Post, la donna ha sempre sostenuto che le azioni di Cornell quella notte fossero state mosse da un abuso di farmaci.
“Non voleva morire, se fosse stato lucido non l’avrebbe fatto – aveva detto Vicky in un’intervista per People – non era un uomo depresso, non era come se l’avessi perso. Quello che mi è sfuggito sono stati i segni della dipendenza”.
CHRIS CORNELL, LA NOTTE DEL CONCERTO E LA CHIAMATA A VICKY
Chris Cornell aveva lottato, in passo, contro un grave abuso di sostanze stupefacenti. Ma nell’ultimo periodo, stando alle parole della moglie, sembrava fosse riuscito a superare il problema. Nell’anno precedente alla morte, gli era stato però prescritto l’Ativan – un medicinale contro l’insonnia. Nell’intervista per People, Vicky Cornell confessò proprio il suo timore che l’Ativan – assieme ad altre sostanze – avesse irrimediabilmente alterato lo stato d’animo di suo marito quella tragica notte.
Dopo il concerto a Detroit lui l’aveva chiamata a casa, svegliandola. “Devi dirmi quello che hai preso” le aveva detto lei, ma senza ricevere una risposta chiara. Dopo poco aveva contatto la guardia del corpo, di vigilanza fuori dalla porta della stanza di Cornell, e gli aveva ordinato di controllare come stesse il marito.