Rockstar che bruciano chitarre sul palco
Vi siete sempre chiesti come mai alcuni tra i più grandi chitarristi rock amassero sfasciare la propria chitarra alla fine dei propri concerti? Questo è proprio l’articolo che fa al caso vostro.
Nel’’immaginario comune, fin dagli anni ’60, sono sicuramente gli Who a essere considerati gli “sfascia strumenti” per eccellenza.
Chi è stato il primo artista a distruggere uno strumento?
Nel corso del tempo, però, tanti altri si sono fatti conoscere per aver frantumato la propria chitarra alla fine di un’esibizione. Le motivazioni di questo gesto – che ai più potrebbe apparire folle – sono molteplici e, nel corso delle varie epoche storiche, hanno assunto connotati e significati diversi.
Pare, tra l’altro, che questa usanza sia nata per pura casualità. La cronaca dice che gli Who avevano appena terminato il loro concerto in un locale quando Pete Townshend, chitarrista della band, si tolse come da abitudine la chitarra che portava a tracolla ma, non considerando che il soffitto sopra al palco su cui cantavano era molto basso, fece urtare il manico del suo strumento che si spezzò all’istante. Preso dallo sconforto per il danno irreparabile che aveva appena causato, Townshend iniziò a sbattere a terra il resto dello strumento finendo per romperlo del tutto.
Questo avvenimento, che suscitò parecchia curiosità tra il pubblico presente, contribuì a rendere ancora più famosa la band londinese, tanto da far diventare il gesto (figlio del caso) una vera e propria consuetudine durante ogni concerto da lì in poi.
L’accaduto rimase impresso nella memoria di tutto il popolo rock e divenne un modo per simboleggiare la critica ad un sistema dominato dal denaro e dal consumismo che, nella seconda parte del secolo scorso, era argomento molto sentito e diffuso nell’ambiente musicale.
Questo gesto provocatorio alcuni anni dopo l’episodio che vide coinvolto Pete Townshed venne ripreso dai Clash, band all’epoca emergente, che nel 1979 dedicarono la copertina del loro album. “London Calling” ad una chitarrista intento a spaccare il proprio strumento in terra.
Anche Paul McCartney dei Beatles o Kurt Cobain dei Nirvana, solo per fare degli esempi, furono artisti che “seguirono” il chitarrista degli Who nell’”arte” dello sfasciare le chitarre.
Jimi Hendirx al Monterey International Pop Festival 1969
Se si parla di distruzione di strumenti sul palcoscenico è, però, impossibile non ricordare la celebre performance di Jimi Hendrix durante il Monterey International Pop Festival svoltosi nel ’67 negli Stati Uniti. Jimi diede vita ad un vero e proprio show che lo portò subito ad acquisire ancor più popolarità nel continente d’Oltreoceano. Al termine di una esecuzione in cui si divertì a provare nuove sonorità suonando la sua Fender con l’asta del microfono o con i denti, Hendrix diede fuoco al suo strumento di fronte al pubblico che si trovò preda al tempo stesso di stupore e di esaltazione.
Billie Joe Armstrong sfacscia chitarre
In tempi molto più recenti anche Billie Joe Armstrong, chitarrista dei Green Day, è entrato nel novero degli artisti distruttori del proprio strumento. Egli, infatti, invitato a lasciare il palco a Justin Bieber durante un festival, si scagliò contro l’organizzazione per la scelta di interrompere bruscamente l’esibizione della sua band, sfasciando la sua chitarra in terra. Il suo comportamento ha suscitato in molti il ricordo di un’abitudine che alcuni decenni fa contribuì a far amare e, in alcuni casi. Odiare il mondo del Rock e del Punk.
Perché Le rockstar bruciano le chitarre?
Riguardo agli “sfascia chitarre” tantissimi si sono espressi: alcuni hanno sottolineato un lato quasi spirituale del gesto, rivedendo nella distruzione degli strumenti di alcune icone rock un “sacrificio religioso”. Altri hanno criticato queste dimostrazioni di rabbia da parte degli esponenti del mondo-musicale reputandoli solamente una ritrovata pubblicitaria volta a dare visibilità alla propria figura.
La cosa certa è che distruggere una chitarra sul palco in passato destava molto più scalpore rispetto ai giorni nostri e assumeva un significato politico che andava al di là della semplice dimostrazione di collera. Probabilmente, tuttavia, in futuro qualche altra star amante dei colpi di scena non disdegnerà di rompere o bruciare una chitarra durante un concerto, magari anche solo per imitare i grandi predecessori del passato.
Articolo di Andrea Ferrera per R3M.IT