La carriera dei Pink Floyd ha dimostrato come, nel corso degli anni, ci sia stato un continuo spostarsi di un’asticella che riguardava la tendenza artistica che la band avrebbe adottato, i criteri musicali e canori che sarebbero stati presi in considerazione, le tematiche e i significati che la band avrebbe fatto propri nell’ambito di un album. I diversi cambiamenti artistici che sono stati conseguenza di questa tendenza hanno evidenziato un parametro, più di ogni altro: i Pink Floyd non hanno mai avuto un vero leader, che potesse dettare una tendenza artistica e musicale da adottare e, forse anche per questo, si sono lentamente avvicinati alla disgregazione.
L’era Syd Barrett e i primi anni della band
In un primo momento della loro storia, i Pink Floyd sono stati guidati dal genio artistico e ideologico di Syd Barrett, secondo tutte quelle tendenze che hanno portato il primo grande leader della band ad adottare certi comportanti e certe dinamiche decisionali precise.
Syd Barrett è stato colui che ha dato il nome alla band, basandosi sui nomi di Pink Anderson e Floyd Council, i suoi due bluesman preferiti, e ha portato i Pink Floyd ad adottare delle prime tendenze artistiche precise, che si sono sviluppate attraverso una naturale evoluzione: in un primo momento della storia della musica il binomio Pink Floyd – successo non era ancora tale, ma la formazione britannica assunse già forme originali che dettarono la sua storia.
Il dominio strumentale di David Gilmour
La fine della prima era Syd Barrett e l’ascesa di David Gilmour non fu assolutamente casuale: il chitarrista ebbe un’importanza incredibile negli anni della band che hanno preceduto gli album più celebri della formazione; nonostante si fosse in un momento storico precedente alla pubblicazione di The Dark Side of the Moon, i Pink Floyd erano già ben noti nel panorama discografico e artistico.
Il motivo era dettato anche da quella tendenza strumentale, che faceva capo al dominio di David Gilmour, che vide la realizzazione di album prettamente sperimentali o di colonne sonore, incredibilmente amati sia dal pubblico che dalla critica.
La leadership di Roger Waters e l’abbandono
L’ultima fase della leadership che possiamo prendere in considerazione (anche se non prettamente dal punto di vista cronologico) è quella di Roger Waters, che ha assunto un’importanza sempre più preponderante all’interno della formazione britannica. Waters, che ha concretizzato il suo messaggio ideologico in un’importanza sempre maggiore all’interno della band, ha raggiunto il culmine di questa sua tendenza con The Wall, album che – a dire il vero – sembra essere un prodotto più appartenente alla singola penna del britannico che a quella di tutta la band.
La tendenza sarà, naturalmente, interrotta dato l’abbandono di Roger Waters, che darà vita ad una nuova rinascita della band secondo quelle tendenze che erano state protagoniste dei primi anni dei Pink Floyd.