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Il bellissimo omaggio di Rob Halford ad un membro dei Black Sabbath

L’immenso frontman dei Judas Priest ha reso omaggio al mitico chitarrista dei Black Sabbath, inventore fattivo dell’ Heavy Metal e, sua principale influenza e fonte d’ispirazione, attraverso uno stupendo post su Instagram. I due precursori del Metal moderno hanno dimostrato più volte di coltivare una meravigliosa amicizia attraverso interviste condivise e scambi di complimenti o opinioni. All’alba del 2019, Tony Iommi e Rob Halford hanno posato insieme sulla copertina della nota rivista Metal Hammer. Intervistati, i due hanno parlato delle rispettive carriere, dei momenti salienti delle loro iconiche band e delle evoluzioni subite dalla scena Metal contemporanea. Addentrandosi nei fatti, l’intervistatore ha chiesto al duo se avessero mai preso in considerazione l’idea di collaborare.

Il chitarrista dei Black Sabbath ha risposto: “Ne abbiamo parlato per anni. Arriverà il momento giusto in cui scriveremo insieme un paio di brani o, magari, qualche altra cosa. Sarebbe bello, lavorare con persone che rispetti e stimi e che, per di più, ti piacciono, è stupendo”.  Visti i presupposti e, il fatto che Tony Iommi sia, tutt’oggi, reduce da un periodo relativamente lungo di pausa, saremmo portati spontaneamente a pensare che, una collaborazione tra le due emblematiche pietre miliari dell’ Heavy Metal e, in generale, della musica mondiale, possano ben presto regalarci attimi di pura esaltazione incendiaria.

 

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Un post condiviso da Metal God (@robhalfordlegacy) in data: 30 Dic 2019 alle ore 5:04 PST

Rob Halford e Tony Iommi raccontano la genesi del Metal

È sorprendente come due leggende del Metal possano discutere apertamente in modo amichevole riguardo alla rivoluzione culturale che le loro storiche band hanno provocato, non solo sulla scena musicale, ma in via più generale e, sicuramente massivamente maggiore, sulla società stessa. Capitanati dal mitico Tony Iommi, infatti, i Black Sabbath hanno completamente stravolto le concezioni fino ad allora creatisi sulla musica. Nichilisti ed aggressivi, i Black Sabbath hanno, per anni, rappresentato il Male per definizione. Hanno saputo sfruttare le parvenze demoniache attribuitegli in modo dispregiativo per raggiungere il culmine del successo. La musica dei Black Sabbath ha ispirato band come Slipknot e Metallica a nascere. Tutt’oggi rappresentano un punto nevralgico del panorama Metal mondiale, ormai pullulante di band iconiche e, in modo diverso, fondamentali.

L’immagine sovversiva e, assolutamente distruttiva dei Judas Priest ha contribuito a ridimensionare ancora una volta i paradigmi primordiali del Metal. La figura di Rob Halford ha gettato i canoni di definizione del frontman Metal per eccellenza. L’apporto della band sulla scena è inimmaginabile. Con brani come Breaking The Law e Painkiller, i Judas Priest hanno dominato prepotentemente il mondo, riversandovi addosso una scarica di violenza, perversione e oltraggio fino ad allora mai vista. Del resto, la band di Rob Halford si è scontrata molteplici volte con la censura, avendo la meglio.

Judas Priest e Black Sabbath posti a confronto

Nel corso dell’intervista, i due capostipiti hanno dialogato in assoluta sincerità riguardo i principali aneddoti e le attribuzioni più importanti concesse alle due band. Tony Iommi ha spiegato di aver creato i Black Sabbath per evadere dalla realtà occludente a cui venne recluso a causa della sua vita da operaio in fabbrica. Il chitarrista ha spiegato quanto fosse opprimente osservare dall’interno il cielo plumbeo osteggiato dai fumi degli stabilimenti della zona industriale britannica e di quanto siano state, in un primo momento, catastrofiche, le conseguenze dell’incidente che gli ha portato via le estremità di due dita. Ricordiamo, infatti, il gesto di incredibile volontà e dedizione artistica che ha portato Tony Iommi a rialzarsi nonostante la disfatta sembrasse giunta in maniera estremamente prematura.

Rob Halford ha spiegato di essere entrato in contatto con i Black Sabbath prima ancora che diventassero il fenomeno massivo che ha invaso il mondo subitaneamente. Più precisamente, nel periodo degli Earth. Il frontman dei Judas Priest ha, inoltre, mostrato assoluta determinazione e caparbietà, spiegando di aver suonato praticamente ovunque per conquistare i suoi sogni. Halford ha, poi, aggiunto, di aver capito che le cose stessero cambiando quando un’etichetta discografica gli concesse di incidere l’album d’esordio. Il cantante dei Judas Priest ha rivelato che, all’epoca, viveva ancora dai suoi e che, quando seppe di “avercela fatta”, fece le valigie e andò subito via a cercare la sua indipendenza.

Gli anni ’80 per Judas Priest e Black Sabbath

I due hanno successivamente spiegato il loro modo di interpretare la corrente del Punk che imperversò nella seconda metà degli anni ’70. Sia Tony Iommi che Rob Halford, ricordano di essere caduti nell’errore pensando che si trattasse di un fenomeno meteorico che avrebbe visto il suo culmine in pochi anni. L’intervista si conclude con il mitico duo che illustra la propria posizione negli anni ’80. Entrambi hanno, infatti, spiegato che, quel decennio, delineò un periodo di transazione incredibile sia per i Black Sabbath che per i Judas Priest. Questi ultimi, infatti, videro la loro consacrazione alla storia proprio in quel periodo, mentre i Black Sabbath stavano affrontando una mole di cambiamenti non indifferenti. La dipartita di Ozzy Osbourne, ormai troppo instabile  e, reputato deleterio per l’equilibrio già fragile della band e; la militanza di Ronnie James Dio che segnò uno dei punti più alti della carriera dei Sabbath.

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