Nel corso degli anni ’60 l’Inghilterra regalò al mondo della musica grandissimi artisti, si parlò infatti di British invasion. Questi musicisti furono in grado di rivoluzionare l’universo musicale, e gli effetti di tali stravolgimenti influenzano ancora le produzioni odierne. Tra i maggiori esponenti della British invasion figurano sicuramente i Beatles, da molti considerati la migliore e più importante band rock di sempre, ed Eric Clapton, chitarrista leggendario.
L’amicizia tra i Beatles ed Eric Clapton
Vivendo nel medesimo contesto questi due muoversi si incontrarono e i vari musicisti strinsero amicizia. Un legame particolare si creò tra chitarrista, ossia Eric Clapton e George Harrison. Quest’ultimo compose un brano indirizzato proprio a slowhand e inserito in uno degli album più celebri dei Beatles, ovvero sia il “White Album”. Si tratta di “Savoy Truffle”, che si riferisce alla passione per i cioccolatini del compositore di “Tears In Heaven”.
La passione di Eric Clapton per i cioccolatini
L’idea per la canzone venne a George Harrison vedendo che Clapton continuava a mangiare dolciumi malgrado avesse problemi dentali. Tra le caramelle che ingurgitava con gusto spiccavano proprio quelle chiamate “Savoy Truffe”. Il brano parlava dunque ironicamente della pericolosità di mangiare questi dolci, elencando tutti quelli scritti sulla scatola, come “creme tangerine”, “montelimart” e “ginger slang”, oltre a quelle già precedentemente citate.
Il contenuto di “Savoy Truffle”
Harrison faceva notare che Clapton avrebbe perso tutti i suoi denti se avesse mangiato anche una sola caramella in più. Derek Taylor, addetto all’ufficio stampa dei Beatles, diede una mano nella scrittura, suggerendo di inserire la frase “You Are What You Eat” (“Sei quello che mangi”), il titolo di un film che aveva visto da poco. La scansione metrica non rientrava però nella canzone, e la frase venne così modificata in “You know that what you eat you are”). Venne anche inserita una citazione ad “Ob-la-di Ob-la-da”.
I Beatles ed il jazz
Per la registrazione in studio vennero chiamati alcuni dei maggiori esponenti della scena jazz britannica per costituire la sezione di fiati. Ulteriore legame con l’elemento jazz, risale all’anno successivo, ossia il 1969, quando la mitica cantante Ella Fitzgerald ne incise una sua versione che pubblicò come lato A del suo singolo che prevedeva come lato A “I’ll Never Fall In Love Again”.