Torniamo oggi a parlare di uno degli album più importanti della storia del rock: Appetite for Destruction, pubblicato dai Guns N’ Roses il 21 luglio del 1987. Il primo album in studio della band statunitense rappresentò un vero e proprio trampolino di lanciò per Axl Rose e soci che, da lì a poco, si imposero nel mercato della musica come una delle band più grandi di sempre. In questo articolo cercheremo di analizzare in particolar modo la copertina di Appetite for Destruction, raccontandovi un aneddoto molto interessante riguardante il frontman della band: Axl Rose.
Il successo di Appetite for Destruction
Questo iconico album dei Guns N’Roses fu pubblicato il 21 luglio del 1987, ma fu ritirato ben presto dal mercato a causa della copertina, raffigurante un quadro di Robert Williams e intitolato proprio: “Appetite for Destruction“. In una surreale violenza futuristica, il quadro raffigura una giovane donna che sta per essere violentata da un robot e un mostro volante che sopraggiunge dall’alto. La copertina, come dicevamo, fu censurata e la band dovette ripiegare su un’altra immagine, ispirata ad uno dei tatuaggi di Axl Rose. La copertina di Appetite for Destruction raffigura infatti una croce celtica con incastonati i teschi dei membri della band: Izzy Stradlin, Slash, Duff McKagan e, naturalmente, Axl.
Inizialmente, però, i progetti del frontman dei Guns N’Roses erano completamente diversi. Axl Rose, infatti, inizialmente pensò di usare una foto ispirata al disastro dello Space Shuttle Challenger. L’evento si riferisce all’incidente avvenuto il 28 gennaio del 1986 quando lo Space Shuttle si schiantò in aria dopo appena 73 secondi di volo a causa di un guasto ad una guarnizione.
Le iniziali intenzioni di Axl Rose
Le intenzioni del frontman dei Roses, infatti, erano proprio quelle di riproporre un’immagine simbolo del disastro (in cui morirono tutti e 7 i membri dell’equipaggio). Le immagini del disastro, infatti, rimasero incollate sulle copertine di riviste e giornali per mesi e mesi, mentre Axl meditava già sul da farsi.
“La foto fu pubblicata inizialmente dal ‘Time’, quindi penso che avremmo dovuto chiedere il consenso a qualcuno -spiegò una volta Axl- non volevo offendere nessuno, semplicemente quella foto mi aveva fatto letteralmente impazzire.”
La casa discografica della band, la Geffen Records, scartò l’idea di Axl, ritenendola ‘di cattivo gusto’. I fan dei Roses per molto tempo hanno continuato a domandarsi come sarebbe stato quel disco con quell’immagine fino a quando, nel 2018, il pittore Tom Dunn ha concettualizzato la propria versione dell’opera:
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