Ultimamente ci siamo soffermati spesso sugli AC/DC, storica band hard rock australiana. Vi abbiamo raccontato, infatti, del nuovo album ‘Power Up‘ e del primo singolo estratto “Shot in the Dark“, oppure -ancora- delle parole parole dell’ingegnere del suono Mike Fraser. In questo articolo vogliamo invece soffermarci in particolar modo sul ritorno del batterista Phil Rudd negli AC/DC.
Il nuovo album in studio degli AC/DC
Dopo tante voci, tanta ansia e tanta attesa, è finalmente ufficiale: gli AC/DC hanno rilasciato un nuovo disco. Power Up arriva dopo ben 6 anni d’attesa: l’ultimo lavoro discografico della band australiana –Rock or Bust– risale infatti al primo dicembre 2014. Insomma, dopo una lunga e snervante attesa possiamo finalmente dirlo: gli AC/DC sono tornati!
Il 2 ottobre scorso gli AC/DC hanno poi voluto dare ai milioni di fan un piccolo assaggio di quel che sarà Power Up rilasciando -in anteprima- il primo singolo estratto dall’album: “Shot in the Dark“.
Per quanto riguarda poi la formazione degli AC/DC, dopo il ritorno di Brian Johnson e Cliff Wiliiams, è tornato anche anche Phil Rudd. Il batterista di Melbourne, infatti, aveva lasciato la formazione australiana nel febbraio del 2015, sostituito poi da Chris Slade (già membro degli AC/DC nei primi anni novanta). Un anno prima che lasciasse il gruppo, nel 2014 quindi, iniziarono i suoi problemi con la legge e, da quel momento in poi, è stato buio totale per Phil Rudd e, di conseguenza, rottura totale con gli AC/DC.
I problemi con la legge e il ritorno di Phil Rudd
Il 2014 fu infatti per gli AC/DC un’annata da dimenticare. In quell’anno solare, infatti, prima diagnosticarono la malattia a Malcolm Young, poi il batterista Phil Rudd si cacciò in un mare di guai. Il batterista degli AC/DC all’epoca fu accusato di diversi crimini, in ordine cronologico: possesso di sostanze stupefacenti (cannabis e metanfetamine), minacce e rissa. L’accusa più grave, quella che lo fece finire in manette, fu però quella di aver ingaggiato un killer per ammazzare delle persone. Poco prima di un’udienza importante, poi, Phil Rudd peggiorò la situazione aggredendo uno dei testimoni presenti al processo.
Per sua fortuna le accuse di tentato omicidio furono archiviate e gli accusarono solo il possesso di sostanze stupefacenti e le minacce. Alla fine il batterista fu condannato a 6 mesi di arresti domiciliari, mentre gli AC/DC presero giustamente le distanze dall’accaudto: “abbiamo appreso dell’arresto di Phil Rudd dai notiziari, ma la vicenda non influenzerà in alcun modo i progetti presenti e futuri della band”.
Qualche anno dopo, nel 2016, Phil Rudd ha poi ammesso di aver smesso con certe cose: “ho chiuso con tutte quelle follie, basta”. Nel 2017, poi, incontrò di nuovo gli AC/DC al funerale di Malcom Young. “Phil era presenta alla cerimonia ed era in ottima forma -ammetterà Angus Young– si è rimesso in sesto e ora sta davvero bene. Tutte le vicende passate, comunque, non riguardano il Phil che abbiamo conosciuto noi.”
Angus Young e gli altri hanno capito e compreso il momento difficile che stava passando Phil Rudd e hanno quindi deciso di inserirlo di nuovo nella formazione ufficiale degli AC/DC, premiando il suo impegno e la sua buona volontà.