Oggi torniamo a parlare di una delle formazioni australiane più famose di tutti i tempi: gli AC/DC. In particolar modo in questo articolo ci soffermeremo sul secondo album in studio della band australiana: TNT, pubblicato in Australia il primo dicembre del 1975 e il 18 novembre del 1997 negli USA.
TNT, il secondo album in studio degli AC/DC
Nel 1975, dopo il successo del singolo ‘Baby, Please Don’t Go‘ (rivisitazione di un brano di Big Joe Williams) e dell’album d’esordio “High Voltage“, gli AC/DC tornarono agli Albert Studios di Sydney per registrare il loro secondo album in studio. Ad assisterli, ancora una volta, i produttori Harry Wanda e George Young (fratello maggiore di Malcolm ed Angus). TNT rappresentò un cambio di direzione per gli AC/DC. Se il primo disco prevedeva varie sperimentazioni ed una serie di persone che ricoprivano più ruoli, in questo secondo lavoro la band abbracciò completamente la formula che li renderà famosi nel mondo: rock and roll e rhythm and blues.
Nel libro di Murray Engleheart, intitolato ‘AC/DC: maximum rock and roll‘, Harry Wanda spiega:
“Nel primo album c’erano alcuni lavori, direi due o tre pezzi, sperimentali. Cose che in seguito non avrebbero più fatto. TNT invece è l’album che realmente ha tirato fuori l’identità degli AC/DC. Quando lo ascolti ti viene da dire: ‘si, questi sono gli AC/DC, non c’è dubbio. Ecco chi sono e come resteranno’. “
Le differenze con l’album d’esordio ‘High Voltage’
Se ‘High Voltage‘ segnerà il primo passo della band australiana nel favoloso mondo del rock and roll, TNT rappresenterà un segnale forte, un grido di battaglia che sembra recitare ‘ci siamo anche noi qui e ci resteremo per un bel po’.’
Il disco si apre con quello che diventerà un grande classico del rock (inserito anche nel film School of Rock con Jack Black), “It’s a long way to the top (if you wanna rock and roll)“, e continua con alcuni iconici brani come ‘High Voltage’, ‘The Jack’, ‘T.N.T’ e tanti altri ancora, riproposti in continuazione durante gli show dal vivo degli AC/DC.
Un orgoglioso George Young arriverà a dire dei suoi fratelli:
“Si, certo, Angus e Malcolm erano ancora i miei fratelli minori, ma mio dio sapevano anche come suonare alla grande. Non era più ‘ce l’hanno o non ce l’hanno’?, ormai era chiaro a tutti che c’era e come del talento.”