Quando si parla di grandi chitarristi non si può non citare un grande artista come Jimi Hendrix: forse il più grande chitarrista della storia della musica. La sua morte, avvenuta il 18 settembre del 1970 all’età di 27 anni a causa di un’intossicazione da barbiturici e conseguente soffocamento da vomito, ha sconvolto completamente l’industria musicale. Fortunatamente, però, il chitarrista di Seattle -nonostante una carriera piuttosto breve- è riuscito comunque a rilasciare alcuni degli album e dei singoli di maggior successo della storia della musica. E, a proposito di singoli e di grandi successi, Angus Young degli AC/DC ha raccontato di quella volta in cui ascoltò Jimi Hendrix per la prima volta.
AC/DC, Angus Young parla di come la sua vita sia cambiata dopo aver ascoltato quel brano di Jimi Hendrix
Intervistato da Anders Botters Tiny Tv, Angus Young ha parlato dell’influenza che ha avuto Jimi Hendrix sulla sua carriera e sulla sua vita:
“Per fare ciò bisogna tornare a quando avevo 12-13 anni, a quando ero solo un teenager. Anche all’epoca, nonostante la giovane età, la musica mi eccitava molto. Ricordo che in quegli anni rimanevo sveglio fino a tarda notte, questo perchè alle 2 del mattino circa, c’era quest’uomo alla radio che trasmetteva musica rock per tutto il tempo. All’epoca avevo una piccola radiolina, mi mettevo sul letto e passavo ore ed ore ad ascoltare musica.”
La prima volta che ascoltò il chitarrista di Seattle
Angus Young degli AC/DC -a proposito di Jimi Hendrix– ha poi aggiunto:
“Ascoltavo molto i Cream e naturalmente Jimi Hendrix. Poi passai ai Led Zeppelin e così via. L’artista che amavo di più era però Hendrix, senza dubbio. Quando ascoltai per la prima volta Purple Haze la mia vita cambiò, ero così eccitato. Ricordo che la prima cosa che feci fu pensare ad un modo per ottenere informazioni su questo artista. Così, un giorno, durante una passeggiata decisi di fermarmi in questa edicola alla ricerca di qualcosa di inglese, perché sapevo solo che Hendrix era a Londra.”
“Quando vidi una sua piccola foto con in mano una chitarra -continua Young- pensai subito che volevo diventare come lui un giorno. Ancora oggi cerco di trasmettere e portare sul palco tutte le emozioni dell’epoca. A dire il vero per tutta la mia vita ho cercato di farlo. Quando saliamo sul palco lo facciamo soprattutto per quei ragazzini di 13, 14 anni che ancora non ci conoscono. Vogliamo impressionarli, vogliamo suonare per loro. Questa cosa ci garantisce una carica infinita: ed è questo quello di cui abbiamo veramente bisogno.”