Il 10 maggio è un giorno piuttosto particolare per il mondo del punk. Uno dei più grandi e iconici rappresentanti della musica punk, Sid Vicious, è nato il 10 maggio 1957 a Londra, in una cultura che in poco tempo, grazie al supporto dei suoi Sex Pistols, fu in grado di influenzare e cambiare radicalmente. Nonostante la storia ce lo presenta come tutt’altro che un musicista attento e talentuoso, la sua immagine e la sua personalità sono divenute emblematiche nel mondo del punk e della musica in generale. Vogliamo, a tal proposito, raccontarvi di cinque leggende sul bassista dei Sex Pistols, tra momenti di pazzia e tanto altro ancora.
Sid Vicious imparò a suonare il basso in una sola notte
Una delle leggende su Sid Vicious è legata direttamente al motivo per cui venne scelto, da Johnny Rotten, come bassista dei Sex Pistols. La sua immagine era così tanto popolare e attrattiva che le qualità con lo strumento non erano necessarie per la band britannica, che non poteva fare a meno – però – di un volto così tanto importante.
Sid Vicious non sapeva suonare il basso quando venne ingaggiato nei Sex Pistols: la leggenda dice che imparò in una sola notte, in cui cercò di apprendere le tecniche basilari dello strumento. Tuttavia, l’inesperienza era così tanta che sul palco il bassista compiva soltanto errori; per questo motivo la band, spesso, era costretta a scollegare il basso per coprire i suoi errori. Ma Sid neanche se ne accorgeva, intento a provocare il pubblico in ogni modo possibile.
La profezia di Sid Vicious sulla sua morte
Che Sid Vicious fosse consapevole che la sua condotta di vita fosse tutt’altro che salutare, questo è chiaro. Il bassista dei Sex Pistols non era stupido, e sapeva benissimo che la sua vita oltrepassava ogni limite possibile. La sua prima overdose ci fu al termine dell’ultimo concerto dei Sex Pistols: nonostante le pressioni dei compagni di band, che cercavano di separarlo in qualsiasi modo da Nancy Spungen a causa della tossicodipendenza di quella, Sid aveva ben chiaro il suo obiettivo: vivere su un bilico.
Fu emblematica una dichiarazione quasi profetica: «Probabilmente morirò entro i 25 anni, ma avrò vissuto nel modo in cui volevo». Insomma, quasi fosse un obiettivo da perseguire, Sid Vicious scelse un certo tipo di vita, consapevole del fatto che l’avrebbe portato alla morte.
L’aggressione di Sid Vicious a Nick Kent
Uno degli atti maggiormente compiuti da Sid Vicious in vita fu quello dell’aggressione, della provocazione: lo sputo, l’irriverenza e qualsiasi altro atteggiamento punk per definizione, ma esasperato oltre ogni limite dal bassista dei Sex Pistols.
Uno dei suoi bersagli fu Nick Kent, celebre giornalista inglese che venne aggredito da Sid Vicious. La penna britannica riuscì a capire perchè Sid era diventato un idolo tra i giovani, nonostante la sua sostanziale incompetenza musicale: «La sua morte prematura fu un atto di gloria perversa. Una cosa molto stupida perché Sid non aveva nessun tipo di talento se non quello dell’autodistruzione. Ecco perché rappresenta un simbolo per i giovani»
Le polemiche nel Kent per la targa commemorativa su Sid Vicious
Una vera e propria leggenda post-mortem che ha interessato Sid Vicious nel 2014 riguarda il Consiglio di distretto di Tunbridge Wells, che decise di inserire Sid Vicious tra le persone a cui poteva essere destinata una targa commemorativa all’interno della città del Kent.
Benchè Sid Vicious abbia vissuto all’interno della città, i suoi concittadini protestarono particolarmente per l’assegnazione: il nome del bassista dei Sex Pistols, accostato a quello di grandi eroi e personalità illustri, non meritava di essere messo in risalto. Sintomo di una personalità divisiva, anche dopo la morte, nel mondo della musica e della cultura in generale.
Perchè Sid Vicious si chiamava così?
Il vero nome di Sid Vicious era John Simon Ritchie, nonostante la storia ci abbia fatto pervenire il bassista dei Sex Pistols attraverso il suo iconico nome d’arte. Ma perchè Sid Vicious si chiamava così? La traduzione italiana di vicious è malvagio, e a proposito si potrebbero formulare ipotesi di qualsiasi tipo.
L’ipotesi più accreditata in merito, però, riguarda il suo criceto: fu John Lydon – Johnny Rotten, per intenderci – a dare il soprannome al bassista, in riferimento al suo “malvagio criceto”.