Le crisi, i continui litigi, i guai societari e tanti altri motivi hanno causato la fine dei Beatles, probabilmente una delle band più importanti e influenti della storia della musica. Il canto del cigno della formazione britannica, benché registrato prima che venisse pubblicato Abbey Road, fu l’undicesimo e ultimo album in studio: Let It Be, pubblicato l’8 maggio 1970.
Come nacque Let It Be, l’ultimo album in studio dei Beatles
Benchè registrato praticamente prima dell’uscita di Abbey Road, Let It Be fu messo in commercio solo nell’8 maggio del 1970, quando la band aveva già annunciato il suo scioglimento e non esisteva più come tale. La genesi del disco fu uno degli ultimi momenti in cui la formazione ebbe voglia di continuare a suonare insieme, forse spinta dal grande calore che il pubblico – quello stesso pubblico che rendeva impossibile ogni esibizione dal vivo – le destinò in occasione di un videoclip promozionale girato nel 1968.
Lo spirito di Paul McCartney e la voglia di ritornare in auge spinse i Beatles a voler ritrovare l’antica armonia, attraverso una ripresa delle sonorità più rock e meno sperimentali che avevano caratterizzato i primi lavori. Così nacque Let It Be, il cui progetto armonioso – però – durò ben poco.
Le registrazioni dell’album e i dissidi nella band
Il primo nuovo motivo di dissidio nei Beatles fu la scelta di un concerto dal vivo che promuovesse l’album: le ipotesi di concerto in un teatro romano nel deserto o in una nave inglese furono scartate, e George Harrison era piuttosto restio all’idea di suonare dal vivo; alla fine, il Beatle fu costretto a suonare insieme agli altri sul tetto della Apple, in quel celebre ultimo concerto dal vivo che venne interrotto dalla polizia.
La formazione decise di registrare tutte le fasi che portarono alla nascita di Let It Be, per un futuro documentario che ne testimoniasse la nascita e lo sviluppo. Ne è derivato un quadro chiaro del dissidio continuo tra i membri: George Harrison non era mai preso in considerazione, così come le sue idee; Paul McCartney si proponeva come leader della formazione; le tecniche di incisione e sovra-incisione causarono molti dissidi tra i quattro membri. Insomma, quell’armonia che era solo nel progetto dei quattro Beatles cadde ben presto in sede di registrazione.
Il ruolo di Phil Spector e la rabbia di Paul McCartney
Uno degli ultimi atti della formazione fu quella di affidare a Phil Spector il materiale per la postproduzione. La band, ormai, non aveva alcun interesse e il tecnico del suono potè lavorare pressochè indisturbato: il suo lavoro fu, però, sconvolgente. Interi pezzi vennero completamente modificati, tramite l’aggiunta di parti mai pensate o registrate, mentre altri vennero semplicemente rimodellati secondo le idee di Spector.
La rabbia di Paul McCartney fu superiore ad ogni altra reazione: la sua canzone, The Long and the Winging Road, era stata completamente stravolta tramite l’aggiunta di cori celestiali e violini. Per questo motivo, in futuro, il Beatle pubblicherà una versione rimasterizzata dell’album, priva di quelle forti modifiche che erano state volute da Phil Spector.