Un concerto dalle mille sfaccettature è quello che ha visto impegnati i Red Hot Chili Peppers a Giza, il 15 marzo 2019, di fronte a quelle che sono una delle sette meraviglie del mondo. Red Hot Chili Peppers – Live At Pyramids, è questo il titolo di quello che non possiamo identificare come semplice concerto: un evento incredibile, sia dal punto di vista mediatico che musicale, con tanti pregi e tanti difetti.
Red Hot Chili Peppers – Live At Pyramids in streaming su Youtube
La prima motivazione per cui ci sentiamo di dire che Red Hot Chili Peppers – Live At Pyramids non è stato un concerto come tutti gli altri riguarda la sua fruibilità. La band statunitense si è fatta interprete di un modo diverso di fare musica, di rapportarsi al mondo mediatico: e così il concerto è diventato un qualcosa di non più elitario, e destinato – dunque – a coloro che hanno potuto acquistare il biglietto per le Piramidi di Giza, ma di popolare, comune, diffuso.
Il concerto è stato diffuso in streaming, in ottima qualità sia audio che video, su Youtube, sul canale ufficiale della band (Red Hot Chili Peppers) che conta più di quattro milioni di iscritti. Con una media di più di 100mila spettatori connessi contemporaneamente durante tutta la durata dello streaming, si può parlare sicuramente di esperimento riuscito.
Tutti gli artisti che si sono esibiti in Egitto
La location delle piramidi non è gettonatissima ma, allo stesso tempo, non si può dire sia inedita: i Red Hot Chili Peppers non sono i primi ad esibirsi in Egitto. Prima di loro i Pink Floyd, nel 1971, i Grateful Dead sette anni dopo e gli esempi più recenti di Frank Sinatra, Sting e l’italiano Andrea Bocelli. Tutto ciò non sminuisce certamente l’importanza del concerto a cui si è potuto assistere, ma testimonia come il luogo non abbia avuto a che fare per la prima volta con il rock.
La scaletta di Red Hot Chili Peppers – Live At Pyramids
Riportate, non in ordine di performance, sono alcune delle canzoni con cui i Red Hot Chili Peppers si sono esibiti: Fortune Faded, The Zephyr Song, Dani California, Dark Necessities, Hey, I Wanna Be Your Dog (cover dei Stooges), Right on Time, Snow ((Hey Oh)), Pea, Californication, Go Robot, Don’t Forget Me, By The Way, Give It Away. Insieme a queste, ovviamente, ci sono state varie jam session che hanno arricchito musicalmente il concerto.
Il concerto dei Red Hot Chili Peppers a Giza
Al di là del contributo musicale portato sul palco, Red Hot Chili Peppers – Live At Pyramids è stato di straordinaria importanza per tanti altri fattori. Che la band statunitense sia molto più che una semplice serie di canzoni performate più o meno bene tutti lo sanno, ma vederlo confermato su un palco contornato da una splendida coreografia come quella delle Piramidi di Giza è tutt’altra cosa.
Oltre due ore di concerto, che gli italiani hanno potuto ammirare a partire dalle 19 di Youtube, fatte non solo di musica ma di tanto altro ancora. Momenti emozionanti alternati a momenti puramente esplosivi, coinvolgimento del pubblico, dialoghi e motti di spirito, salti e corse sul palco quando era il momento di essere energici, canzoni cantate in ginocchio quando era il momento di ripiegare sulla propria intima sentimentalità. Ma non solo questo: il concerto è stato caratterizzato anche da evidenti stonature di Kiedis, che sottolineiamo senza faziosità, momenti calanti musicalmente parlando e tanto altro ancora che ha fatto storcere naso e orecchie. Tutto ciò è stato Red Hot Chili Peppers – Live At Pyramids che, con fortuna per gli amanti del rock, è stato disponibile per tutti.