Essere una rockstar comporta una serie di responsabilità e di certo non è sempre un compito facile, nonostante molti pensano sia una passeggiata. Dietro questa facciata di fama e glamour, infatti, si nascondono anni ed anni di duro lavoro, di lacrime, sudore e sangue. Questo è, ovviamente, anche il caso di Joe Satriani, chitarrista statunitense di fama mondiale. In una recente apparizione su Guitarristas, Satriani si è soffermato sul suo secondo album in studio: Surfing with the Alien, pubblicato nel 1987.
Joe Satriani e le difficoltà con l’album “Surfing with the Alien”
Nonostante sia uno dei suoi album più riusciti -quello che, in pratica, l’ha proiettato nell’Olimpo della musica- Joe Satriani durante l’intervista ha ammesso che non è stato affatto semplice lavorarci. Il problema più grande, dice, è stato quello del budget.
“Surfing with Alien è stato uno degli album più difficili da realizzare a causa del budget. Ho dovuto fare così tante registrazioni in poche ore. All’epoca lavoravo anche per i Blue Oyster Cult e, invece di essere pagato per suonare, mi facevo lasciare lo studio di registrazione per qualche ora. In pratica lavoravo con loro da mezzanotte alle 4 del mattino e da mezzogiorno alle 4 del pomeriggio al mio disco, poi cenavo e ricominciavo.”
Le prime impressioni del chitarrista
L’artista ha poi ammesso di essersi spaventato non poco quando la critica ha iniziato a considerare il suo album un capolavoro:
“Mi ha reso davvero nervoso, preoccupato quasi. All’epoca non ero mai andato in tour come artista solista e non avevo mai suonato in una band tutta strumentale, la verità è che ero giovane e spesso non avevo la più pallida idea di cosa stessi facendo.”
La questione del budget ridotto
Secondo alcune stime l’album Surfing with the Alien è stato registrato con un budget di 13 mila dollari. Per risparmiare denaro Satriani ha adottato, per la maggior parte delle tracce, le drum machine (‘Satch Boogie’ è l’unica traccia con la batteria dal vivo, suonata da Jeff Campitelli). L’equipaggiamento di Joe Satriani era invece composto da due chitarre Kramer Pacer e una Stratocaster. Ciononostante, il chitarrista ha affermato in più occasioni che tutto ciò ha donato all’album “un fascino imbarazzante” e, naturalmente, della stessa opinione è anche la critica.